Strutture sportive: L’Amatori Rugby sabotata dall’Amministrazione
Anche quest'anno l'assegnazione delle fasce orarie per l'utilizzo delle strutture sportive cittadine si è trasformato in una guerra tra poveri, in una lotta tra società dove a farla da padrone non è chi svolge una attività seria e di formazione sportiva e sociale con i ragazzi. Ovviamente l'andazzo ha riguardato anche il Tommaso Carrieri: ha vinto ancora una volta lo strapotere dello sport nazionale, il calcio, contro qualunque sforzo di offrire una alternativa. Perfino contro due concetti ovvi eppure mai tenuti in considerazione: 5 a 1 il rapporto società di calcio contro il rugby. Senza contare che da sola l'Amatory Rugby svolge una attività di preparazione atletica con circa 40 ragazzi (divisi in tre squadre) senza gravare economicamente sulle famiglie. Un ruolo anche di aggregazione sociale che, a parole ci viene sempre riconosciuto nelle occasioni pubbliche, ma che mai invece diviene parametro di valutazione per le assegnazioni delle strutture. Il Tommaso Carrieri era nato come struttura per le attività non professionali. Oggi invece le società professionistiche acquisiscono spazi orari per i propri allenamenti a scapito di altre società. Il calendario "provvisorio", peraltro, viene comunicato in data 14 settembre con una perentoria richiesta degli uffici comunali preposti a provvedere entro il 17 settembre (tre giorni dopo con un weekend di mezzo) al saldo dei canoni pena la decadenza dell'uso delle strutture stesse.
Dopo anni di attività nei quali l'Arm ha investito nell'avviamento allo sport, entrando nelle scuole, lavorando giorno dopo giorno alla costruzione di un movimento di interesse attorno all'ovale, la moneta con cui l'Assessorato allo Sport ci ripaga è non solo la negazione di ulteriori spazi (vista la crescita di interesse ed i risultati) ma, addirittura, il sacrificio di una delle nostre fasce orarie, già riconosciutaci per la scorsa staginoe, da utilizzare in compresenza con una squadra di calcio. Il tutto a beneficio dei professionisti del pallone. Non è nostra intenzione scatenare una guerra tra società, soprattutto tra quelle che come noi non godono dei riflettori e degli investimenti che solo il calcio professionistico nel nostro paese attrae, ma almeno ci sia consentito di dire che, ancora una volta, le parole, quelle di stima, di appoggio al lavoro, apprezzamento per le attività e le iniziative, sono rimaste solo parole. Senza comportamenti conseguenti.
Nessuna promozione della cultura dello sport, nessuna lungimiranza anche sul piano sociale dell'aggregazione e dell'offerta di spazi sani senza soglie economiche di accesso per i ragazzi che si voglio avvicinare al nostro mondo. Leggiamo nella gestione delle strutture e negli atteggiamenti dell'Amministrazione un movimento a senso unico, verso il calcio e ferzo le azioni di forza.
La dirigenza Amatori Rugby Monopoli
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Donato A. Menga