Riceviamo e pubblichiamo

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La Puglia come la California?

Caro Direttore,
il sindaco di Fasano, Lello Di Bari, non vedendo di buon occhio che nel territorio della vicinissima Ostuni forse verrà costruita almeno una delle nuove sei centrali nucleari annunciate dal ministro Scaiola, ha dichiarato, tra l’altro, ai microfoni di Canale 7 che “la Puglia è la California del Sud”. Nello stesso tempo leggevo su La Repubblica che Michele Mirabella, ha manifestato di voler ri-visitare la nostra regione con l’augurio di trovarvi “civilissima ospitalità, strade pulite, piazze vigilate, ordinata segnaletica, spiagge immacolate, alberghi impeccabili, ristoranti accoglienti, servizi pubblici funzionali e agili”. (continua)

Lei certamente ricorderà che, nei primissimi anni Duemila, l’ex amministratore delegato dell’Enel e grande estimatore delle nostre tipiche masserie, Franco Tatò, era convinto che la Puglia non fosse la California ma che potesse diventarlo (emerge da un suo libro pubblicato nel 2002), e per far sì che ciò avvenisse si unirono in coro diversi personaggi dello spettacolo, del giornalismo e della cultura, che inoltrarono un accorato appello ai pugliesi a imitare gli esempi stranieri. E molti nostri uomini politici dettero grande risonanza affinché tale possibilità andasse a realizzarsi al più presto. La rassomiglianza con l’evoluto Stato americano del West, oggi, a mio modesto avviso, sembra impossibile: perché il pugliese in generale si sente già “californiano”, vivendo quasi in un perenne atteggiamento di disprezzo il suo rapporto con l’ambiente. Basta girarsi intorno e osservare attentamente: il traffico automobilistico (il centro di Bari da sempre, ma ora anche i centri più piccoli sono invasi da un mare di automobili e Suv strombazzanti in un tourbillon demenziale); l’ostentazione ossessiva dei cellulari accompagnata dall’eccessivo disprezzo della privacy altrui specie sui mezzi pubblici; la sanità e la pubblica amministrazione in genere (se non si ha la fortuna di avere qualche giusta conoscenza, un posto letto negli ospedali o una qualsiasi autorizzazione è quasi impossibile averli, in barba alle cosiddette leggi di snellimento delle procedure, faticosamente messe a punto a suo tempo da Cassese a Bassanini); la grande maleducazione viaggiando in auto (non s'indossano le cinture di sicurezza) o in treno (dai finestrini volano via mozziconi di sigarette ancora accesi, fazzolettini di carta, pannolini usati, bottiglie, lattine e tanti, tantissimi stecchini con la punta ovattata che servono per la pulizia delle orecchie dei bambini); i giovani motorizzati (il casco non lo indossano quasi mai, lo tengono al braccio, e quando sono in sosta agli angoli delle piazze, se non parlano a telefono, masticano gomme in continuazione per poi sputarle de-zuccherate per il gusto di una decorazione collettiva del selciato); il verde pubblico e le spiagge (in questa stagione vi regnano erbacce, alghe puzzolenti e roditori che banchettano con i residui alimentari abbandonati dai “civilissimi” vacanzieri fuori porta). Credo che se non facciamo i conti con la nostra realtà socio-economica, gli irlandesi, i gallesi o i californiani, non li potremo mai imitare al meglio. Perché? Perché li abbiamo superati da molto tempo soltanto nell’apprendimento distorto e nell’amplificazione smodata dei loro difetti. Varrebbe sempre la pena, secondo me, parlar bene e/o ri-vedere la nostra pur sempre amabilissima e bellissima terra pugliese, ma com’è ridotta generalmente ora, credo sia meglio non paragonarla alla California.

Franco Muolo