Riceviamo e pubblichiamo

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Gentilissimo Direttore,

se ci è consentito,  vorremmo "utilizzare" il vostro organo di informazione per sottoporre una  perplessità, non priva di una certa preoccupazione, a Lei e ai cittadini che conservano ancora il prezioso dono del senso civico.
La vicenda è oramai nota e di dominio pubblico: l'amministrazione Romani,  con delibera di giunta del 2 aprile, “in seguito alle richieste di molti cittadini che desideravano rendere onore alla memoria dell’illustre politico” (comunicato stampa n. 73),  ha avviato l’iter per l’intitolazione dell’attuale largo Stazione al senatore del Movimento Sociale-Destra Nazionale, il barese Araldo di Crollalanza. (continua)

Mettendo da parte la curiosità circa il numero dei “molti cittadini”, desiderando conoscere il documento da loro firmato e chiedendoci, infine, se non fosse sufficiente la già intitolazione della prima traversa della Provinciale per Alberobello al noto “esponente di rilievo della destra italiana” (sempre comunicato stampa n.73…), ci interroghiamo se “son le leggi d’abisso così rotte” (Dante, Purgatorio, canto I), dato che fino ad oggi, nella nostra Monopoli, si era soliti ragionare in modo meno fazioso sulla intitolazione delle strade e si era altrettanto convinti che la celebrazione degli uomini del passato fosse affidata a valori condivisi e non a imposizioni di partiti politici.
Per capirci, vorremmo sapere se vale di più intitolare strade, piazze e larghi delle stazioni a chi ha combattuto per i valori della libertà, per chi ha sacrificato la propria vita per essi, a chi ha contribuito a far crescere la nostra città oppure se dobbiamo faziosamente recuperare personalità del passato dittatoriale della nostra storia, presentandolo come un eroe della ricostruzione, dimentichi della precedente distruzione della libertà e della guerra da essi provocata.
Infatti, non ci sfugge la parziale, e quindi strumentale e faziosa, biografia che il citato comunicato stampa n. 73 ci propone: “giornalista e politico italiano. Fu nominato per un biennio (1926-1928) podestà della città di Bari. Deputato dal 1924 al 1943, fu prima sottosegretario (1928) e nel 1930 ministro dei lavori pubblici (fino al 1935). Dal 1935 al 1943 fu presidente dell'Opera nazionale combattenti. Fu senatore della Repubblica con il MSI dal 1953 alla morte e capogruppo del MSI-DN al Senato dal 1977 al 1986”. 
Peccato che questa biografia si distingua per alcune singolari dimenticanze!
L’uomo in questione il 23 marzo del 1919 partecipa con Mussolini alla famigerata riunione del 23 marzo a piazza San Sepolcro a Milano (l’atto di nascita del fascismo italiano, per intenderci); diviene prima fiduciario e poi segretario regionale politico dei Fasci di combattimento in Puglia e in Lucania; partecipa alla marcia su Roma (!!!) e diviene segretario regionale del Partito nazionale fascista, per la Puglia e la Lucania; nel 1926 si iscrive nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (le famose “camicie nere”, che successivamente alla loro nascita entravano a far parte del Regio esercito, definendo tale assorbimento come “l’evirazione della Milizia”!!!); Podestà di Bari (ma sapete che al podestà venivano trasferite tutte le funzioni degli organi democratici, quali sindaco, consiglio e giunta, soppresse dalla dittatura?!); e, tanto per non farci mancare nulla, dopo il 25 luglio 1943 si schiera dalla parte della Repubblica sociale italiana (piuttosto che contribuire a cacciare i nazisti e restituire la liberta agli italiani!!!!). Per la biografia completa, l’amministrazione Romani consulti il loro esperto di studi fascisti, il prof. Giordano Bruno Guerri, che per la modica cifra di € 33.000+3000 di spese di viaggio (delibera n. 19 della Giunta Romani), ricevuta dall’assessore Orciuolo, avrà la bontà di offrire una gratuita consulenza, si spera.
Ora, convinti che ognuno sia libero di coltivare privatamente le proprie memorie, ci chiediamo se sia mai possibile che sulla intitolazione di un luogo cosi importante della città, biglietto di presentazione di chi arriva a Monopoli in treno, non ci debba essere un minimo di confronto e ascolto della città.
Ma è mai possibile con tutti i meritevoli uomini del passato della nostra Monopoli, che hanno contribuito a costruire la storia della nostra città, non vi siano personaggi degni di una intitolazione di un luogo così importante?
Vorremmo ricordare, giusto come sereno esempio, che al compianto sen. Luigi Russo, che tanto ha fatto davvero per la nostra città, non vi è nessuna via o piazza a lui intitolata; a personaggi  del calibro di Tommy Meo, ricercatore medico di fama mondiale, candidato anche al nobel per la medicina e sepolto al Cimitero dei Grandi di  Parigi, non vi è traccia di via o piazza dedicata; e potremmo continuare con il giornalista Orazio Petrosillo e tanti altri valorosi uomini di questa città.

Pertanto, chiediamo che il Sindaco Romani, al di là degli equilibrismi delle parole, ci regali,  invece, una prova di moderazione politica e di equilibrio civile, ritirando quella delibera e avviando un coinvolgimento più largo possibile delle sensibilità cittadine sulla revisione in generale della toponomastica cittadina.
Ai consiglieri comunali delle forze moderate della maggioranza chiediamo di riattivare le loro sopite coscienze moderate, anche perché i silenzi assordanti del loro continuo consenso cominciano a infastidire molti cittadini.                                          
Il segretario del PD di Monopoli, Giovanni Lacitignola, e i consiglieri comunali del PD di Monopoli Marilù Napoletano, Giampiero Risimini, Francesco Tamborrino, Michele Suma.