Piccoli architetti crescono, esperienza di Progettazione partecipata alla scuola Gobetti

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Lunedì 11 giugno è stato consegnato all’Amministrazione Comunale rappresentata dal Sindaco di Monopoli ing. Emilio Romani un progetto di "riqualificazione di un’area per attività di gioco all’aperto" tramite "Progettazione Partecipata" realizzato dagli alunni della sez. "A" e "C" della Scuola dell’Infanzia "GOBETTI" a conclusione del loro ultimo anno scolastico.

La consegna della proposta progettuale è avvenuta nel plesso scolastico di via Gobetti alla presenza del Dirigente della Scuola del 4° Circolo Didattico "C. Bregante" dott.ssa Ermelinda Fasano, del geom. Pietro Leoci coordinatore del progetto, delle maestre Fausta Bruno, Liliana Arcudi, Maria Giannarzia e Giuliana Di Mola, e di tutti i bambini frequentante la scuola dell’Infanzia "GOBETTI". Questo modo di fare Progettazione partendo dalla "base" cioè coinvolgendo i bambini di una scuola dell’Infanzia è unico per Monopoli, è stato molto impegnativo ma il risultato ha soddisfatto tutti gli "attori partecipanti".

Sappiano tutti quanto conta avere dello spazio all’aperto per far giocare i nostri figli, in particolare quando sono di piccola età, relazionare tra loro, fare attività, socializzare con gli altri, avere la concezione dell’ambiente esterno. Attraverso il gioco, infatti, il bambino si rende conto dell'esistenza di leggi del caso e della probabilità e di regole di comportamento che vanno rispettate. L'esperienza del gioco insegna al bambino ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità; è un processo attraverso il quale diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello esteriore, incominciando ad accettare le legittime esigenze di queste sue due realtà.

La scuola materna è priva di uno spazio di gioco all’aperto e quindi sulla base di queste esigenze è nata la proposta di riqualificare una pineta dell’estensione di circa 350m2, ubicata all’interno della scuola attualmente in stato di completo abbandono non curata, mal messa, con alberi potati in maniera occasionale, tramite "Progettazione Partecipata" coinvolgendo una serie di attori quali: l’Amministrazione Comunale, il Dirigente Scolastico del IV Circolo Didattico "C. Bregante", le Maestre, i Genitori, ma soprattutto i Bambini della Scuola Materna di Via Gobetti. L’obiettivo è quello di dare a questa scuola un’area a verde attrezzata per essere utilizzata e fruita dai bambini nelle varie attività di gioco all’aperto e quindi avere a disposizione uno spazio migliore, più funzionale, riqualificato in base alle loro esigenze e con le loro proposte.

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Naturalmente, in particolare con i bambini, assume una funzione fondamentale il ruolo del coordinatore dell’esperienza. Infatti, la funzione dei coordinatori è quella di far capire ai bambini che ognuno di loro è in grado di comprendere i caratteri del luogo, i pregi ed i difetti, in funzione delle attività che in quel luogo si vorrebbero svolgere, di risolvere a proprio modo e secondo la propria fantasia e creatività i problemi dell’area, di svilupparne le caratteristiche positive. Non si tratta, quindi, di spiegare ai bambini come va fatto un progetto, quali soluzioni adottare, ma di portarli ad esprimere le loro esigenze, insegnando a "vedere" autonomamente, a proporre secondo il proprio giudizio, a confrontarsi l’un l’altro in maniera democratica. Si tratta, quindi di far entrare il bambino nell’ordine di idee della progettazione, di liberarlo dagli schemi mentali che lo costringono a pensare soltanto a ciò che vede vicino a lui, sperimentando una modalità di lavoro nuova dove il bambino non è il contenitore di nozioni che si devono trasmettere, ma rappresenta un interlocutore vivace, capace di ideare soluzioni nuove ed insieme al quale è possibile lavorare come in una "squadra" sia pure con responsabilità e compiti diversificati. In poche parole il delicato e difficile compito del coordinatore è quello di programmare e gestire la propria "assenza".

Nella fattispecie la Progettazione Partecipata è stata sviluppata in varie fasi coordinate dal facilitatore geom. Pietro Leoci:

La fase 1 è stata quella di esporre agli alunni il tipo di lavoro che avrebbero realizzato, lo scopo del progetto e la finalità dello stesso. In classe si è organizzato un work shop, se pur con una platea un po’ particolare, in cui si è spigato tutto il lavoro da svolgere, sono poi susseguite una serie di lezioni. Tutti i bambini sono stati entusiasti dell’iniziativa che gli avrebbe coinvolti.

Poi si è passati alla fase 2 basata principalmente nel rilievo dello stato di fatto dell’area. Con gli alunni è stato eseguito il rilievo dello stato dei luoghi, con l’individuazione delle alberature e la loro posizione; tale rilevazione oltre che metrica ha interessato l’aspetto visivo, spiegando la necessità e il tipo di intervento da realizzare.

Si è passati alla fase 3 che ha riguardato innanzi tutto l’esposizione dell’idea pensata dal bambino in merito alla riqualificazione dell’area giochi, poi tutte le proposte sono state riportate nei tanti disegni che ogni singolo alunno ha realizzato, in più è stato organizzato un lavoro di gruppo con le maestre e gli alunni, in cui sono stati elaborati alcuni cartelloni con la tecnica del collage incollando tante immagini dei giochi, nell’area da riqualificare.

La fase 4 ha riguardato lo sviluppo progettuale dell’area, in particolare si è fatta una sintesi delle varie idee, sono stati esaminati tutti i disegni degli alunni nonché i cartelloni da loro realizzati, è quindi è stata elaborata dal coordinatore geom. Pietro Leoci una proposta progettuale di sintesi. Nello specifico l’intera superficie è stata suddivisa in tre macro zone: area sport, area giochi, area giardino.

· L’area sport pensata per giochi motori strutturati, basati su regole e consegne date dall'insegnante e su obiettivi previsti a priori. E’ stata suddivisa in tre sub-zone in particolare un campetto da basket, uno per il volley e uno per il calcetto;

· L’area giochi pensata per stimolare le capacità psico-motorie e le relazioni dei bambini a partire dai 3 anni, è stata suddivisa in una serie di micro zone attorno al singolo gioco. In particolare si è pensato di installare un’altalena con due seggiolini, due dondoli singoli, un bilanciere, una giostrina ruotante, due casette di cui una con un tavolino e sedili interni;

· L’area giardino è stata pensata per dare la possibilità di fare attività ludiche-ambientali, giardinaggio, piantumazione, ecc. Inoltre si è prevista l’installazione di alcune panche da utilizzare come zona di ascolto nelle fasi di lezioni all’aperto da parte dei docenti.

Tutte le aree calpestabili interessate dal progetto, tranne l’area giardino sistemata con terriccio naturale, sono state pensate per garantire la massima sicurezza e quindi ad. es. installazione di pavimento antishock in erba sintetica o con piastrelle prefabbricate in gomma, cordoli delimitanti l’area in gomma, così come i giochi sono stati ideati per assicurare la massima sicurezza contro gli urti, con spigoli arrotondati, materiali atossici certificati.

La fase 5 è stata caratterizzata dall’esposizione e presentazione di tutto il progetto e quindi si è provveduto alla realizzazione di cartelloni con le varie fasi progettuali, contenenti foto, elaborati grafici degli alunni, cartelloni collage, progetto finale.

Svolgere attività di progettazione partecipata nel mondo della scuola costituisce per insegnanti ed educatori un’occasione importante per condurre esperienze di conoscenza del proprio ambiente, che diviene di per sé educazione ambientale, in cui, in maniera trasversale e fortemente interdisciplinare, si possono sviluppare nei ragazzi una serie di abilità: di lettura e decodifica del proprio ambiente, di formazione della capacità critica, di studio delle proprie esigenze, di interazione con gli altri in maniera tollerante ed interculturale, nelle quali possono rientrare molte delle materie curricolari, coinvolgendo, in questa maniera, tutti gli insegnanti su di un progetto comune. Questa occasione costituisce, d’altro canto, per l’Amministrazione Comunale, un importante momento di conoscenza delle esigenze dei più piccoli per poter proporre un diverso modello di sviluppo della città, più adatto ai bambini e, pertanto, a tutti i cittadini.

Maria Angela Mastronardi