L’IPSIAM alla scoperta di Monopoli sotterranea nella Galleria del Torrente Ferraricchio
Alla scoperta di Monopoli sotterranea, partendo dalla galleria di sbocco a mare per ripercorrere la condotta che attraversa l’intera città fino alla lama Belvedere. Stiamo parlando del Torrente Ferraricchio, l’antica "Mena" per il deflusso delle acque piovane e utilizzata, durante la seconda guerra mondiale, come rifugio antiaereo.
Poteva ospitare oltre 3.000 persone, molte di più rispetto alle 1.800 del rifugio sotto la piazza del Borgo. Era il primo dei nove rifugi pubblici monopolitani, i cui lavori, solo per la Galleria del Ferraricchio costarono, allora, 216 mila lire. Si accedeva da due rampe di scale, in via Manin e nella zona di Villa Sant’Antonio.
Tutto sembra essere rimasto intatto come oltre settanta anni fa, quando si aspettava il passaggio degli aerei e purtroppo delle loro bombe. Nulla resta dei sedili ma ben marcati si vedono i segni dello scavo.
A condurre le ricerche, ancora una volta, gli alunni e i docenti dell’IPSIAM, l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e le Attività Marinare di Monopoli che nell’ambito del corso "Studiare il territorio" hanno puntato l’attenzione sull’ambiente e sul mondo carsico sotterraneo.
Caschi, corde e il supporto di esperti speleologi, in una galleria che è, ancora oggi, il canale principale della fogna bianca. Topi, nessuno; acqua invece tanta. Infatti alcuni passaggi sono stati fatti proprio in acqua. Per i ragazzi dell’IPSIAM, davvero una bella avventura ma soprattutto la possibilità di sapere che sotto il campo sportivo, sotto il viale delle Rimembranze fino a Corso Umberto e a via Sant’Anna, a dieci metri di profondità c’è una Monopoli ancora tutta da scoprire.