Lettera di Rifondazione Comunista sulla mancata nomina del Presidente del consiglio comunale

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L'ennesima prova di debolezza di una maggioranza in cerca di autore

La maggioranza alla guida della nostra "povera" città ne combina un’altra e le beghe interne bloccano i lavori di un consiglio comunale, che costa alla città 5000 euro senza aver raggiunto alcun fatto concreto. Salta la nomina del presidente del consiglio e soprattutto la discussione riguardo tematiche importanti per la crescita di Monopoli.

La maggioranza capeggiata da Romani non ha più il "numero legale" per governare perché se, a distanza di quattro anni circa, un gruppo di persone che sostiene di amministrare non è compatto sul pronunciamento di un nominativo che sostituisce (il rimpianto) Corallo, dimostrano alla città che la "loro" politica è solo una pura spartizione di posti e poltrone. Eppure il tempo per mettersi d’accordo se lo erano preso, e pure tanto.

Lo spettacolo indecoroso cui hanno dato vita i consiglieri del centro destra dopo le dimissioni di Palmisano, presidente per soli pochi minuti e che ha assunto la presidenza nella qualità di consigliere più votato alle scorse amministrative, evidenzia uno stato di crisi e di nervosismo che non è giusto scaricare sulle tasche dei cittadini e, soprattutto, un approccio alla politica arrogante, volgare, ove prevalgono gli interessi di bottega rispetto a quelli dei cittadini. Le urla e il caos confermano un segnale pericoloso che indica una politica – ripetiamo – volgare che parla alla pancia e guarda agli interessi della casta.

(continua)

Gridiamo vergogna per un atteggiamento simile. Non ci sentiamo rappresentati da gente che speriamo sia spazzata via alle prossime elezioni.

Eppure i nodi, ormai, stanno venendo al pettine e la nostra città non può permettersi di aspettare ancora. La città è immobile, non ha un’identità, la sua economia langue e si torna ad essere luogo di emigrazione come tutto il Sud.

Il PUG è bloccato, i PUE non avanzano a causa della mancanza di un Piano di servizi e, nel frattempo, sui presunti errori del piano cresce la speculazione. Tutto mentre sempre più nostri concittadini corrono ad acquistare casa nei paesi limitrofi a causa dei prezzi esorbitanti, abbandonando la terra dove si è nati, e Monopoli diventa invece terra di conquista.

Ci sarebbe da tirarsi su le maniche e riparlare di programmazione, di un Ufficio di Piano trasparente, di cooperative edilizie e di programmazione della crescita futura, sociale civile e industriale, della nostra città. Perché alcune fabbriche chiudono e l’indotto turistico (precario o permanente? Il dirigente Donghia, in assenza della politica, ha cominciato a dare delle risposte) soffre e non sa quale direzione prenderà la nostra Monopoli.

Pensavamo di tornare a parlare di problemi reali, invece l’argomento dei prossimi giorni sarà la caccia ai franchi tiratori. Di politica neanche l’ombra.

Al centro sinistra spetta il compito arduo di sovvertire questo schema e riproporre un modo altro di far politica. La giunta Romani ci dica se è in grado, ancora, di farlo.

Per il circolo di Monopoli del PRC – Federazione della Sinistra
Il segretario Aldo Sammarelli