La replica di Alberto Minoia al Consigliere Leoci

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Egr. direttore,

le chiedo di concedermi per l'ultima volta la possibilità di replicare al cons. Leoci che, mio malgrado, mi ha trascinato, come suo solito, in questa stucchevole polemica. Sarò breve.
Egli ha scritto una serie di inesattezze tecniche, facilmente rilevabili da un qualsiasi professionista  pratico di normative agricole comunitarie e regionali. Non si tratta di sciocchezze, bensì di errori.
E, inoltre, io non do dello sciocco a nessuno, l'educazione me lo impone.
Leoci scrive bene, quando afferma che io salvaguardo i miei interessi: sono un ulivicoltore con diverse decine di ettari di uliveti, in parte in area s.i.c. e in gran parte “monumentali”.

(continua)

I quattrini erogati per il ripristino dei muretti a secco, mi avrebbero fatto molto comodo, specialmente in questo momento, ma non solo a me, bensì alle centinaia di ulivicoltori che, com’è accaduto nel mio caso, non hanno potuto partecipare al bando, ma solo per ragioni tecniche, riconducibili al mancato censimento delle piante, ampiamente descritte nello “sfogatoio”.
“Sfogatoio” nel quale Io Sud e l'Udc non c'entravano nulla, ma io e il mio amico Angelo abbiamo, in quanto agricoltori, organizzato un momento per dar voce agli agricoltori.
Almeno per una volta, i politicanti non hanno fatto comizi su cose che non conoscono, ma tutti hanno ascoltato attenti quel che gli agricoltori dicevano. E non solo: l’incontro si è svolto alla presenza di consiglieri comunali di maggioranza e opposizione e persino del vice sindaco, i quali hanno ascoltato e hanno partecipato, ritenendo superfluo un invito in un luogo ove i loro concittadini si riuniscono ed esprimono opinioni, legittime. Chi non è venuto, probabilmente aveva la presunzione di essere così importante, da necessitare di un invito o, magari, di un telegramma.
Ma ha ragione ancora una volta il consigliere Leoci, nel momento in cui afferma che io sono solo un consigliere eletto alle amministrative. Poi, se sono un politico o un politicante da strapazzo, lo lascio decidere a quei 272 elettori che hanno riposto fiducia in me, e non a lui. E questi voti sarebbero stati molti di più, se durante la campagna elettorale mi fossi affiancato a una figura   importante, quale un politico di rango, un imprenditore famoso o il comandante della forestale, molto temuto nell’agro monopolitano. Eppure non l'ho fatto, perché non è mio costume.
Per quanto riguarda, inoltre, gli attriti tra Paolo Leoci e altri consiglieri di maggioranza, la responsabilità  sicuramente andrà attribuita agli altri, non a Leoci stesso, che asserisce di essere il “migliore”.
Per terminare, un’ultima considerazione: in merito ai tecnicismi e alla conoscenza del territorio, ma anche circa la presenza di  ulivi  monumentali, sono a disposizione di chiunque desideri informazioni o abbia intenzione di verificare quanto asserito oggi e nei giorni passati.
Se il mio mondo, quello degli agricoltori, è ridotto alle condizioni descritte da qualcuno, quindi solamente ad uno “sfogatoio”, ritengo che le responsabilità siano proprio da ascriversi a quei presuntuosi che si sentono “migliori”.

Cordiali saluti

Alberto Minoia
Agricoltore