La città greca di Egnazia non deve morire
SALVIAMO IL NOSTRO TERRITORIO DALLA BARBARIE DELLA SPECULAZIONE E DEL PROFITTO
“LA CITTA’ GRECA DI EGNAZIA NON DEVE MORIRE”
(di Walter Laganà)
Egregio Direttore
non si capisce perché una notizia così importante e vitale per la salvaguardia del nostro territorio e dei suoi beni culturali e paesaggistici sia sfuggita all’attenzione della Sua redazione.Recentemente è stato compiuto uno “scempio”, forse solo per motivi di “Business”, commissionato dalla Società “ PENNA GRANDE Srl” con sede in Fasano (Br), in C.da Carbonelli, 20,, nella zona archeologica ai piedi dell’acropoli dell’antica città greca di Egnazia, patrimonio culturale dell’umanità.Ma andiamo per gradi.Nel 2006, con la connivenza di alcuni uomini senza scrupoli che vivono all’ombra delle istituzioni democratiche, è stata deturpata, profanata e violentata una delle zone più belle dell’acropoli di Egnazia, con la scusa banale di ristrutturare presunti antichi trulli fatiscenti esistenti in loco, solo ed esclusivamente per il deposito di attrezzi agricoli e di realizzare un parcheggio per rendere – a loro dire – vivibile quella zona che, godendo di un vincolo archeologico statale da tempo immemorabile, oltre a quello del P.U.T.T. (Piano Urbanistico Territoriale Tematico della Regione Puglia) e del vigente Piano regolatore Generale del Comune di Fasano(Br), non poteva per nessuna ragione al mondo essere modificata se non come sviluppo degli scavi autorizzati dagli Enti preposti. (continua)
Nuova costruzione realizzata in stile architettura mediterranea. dopo l'abbattimento di un trullo-deposito di arnesi agricoli, da destinare a ristorantino a mare nella zona archeologica ai piedi dell'acropoli della città greca. In lontananza si notano auto parcheggiate davanti al cancello chiuso.
Ma la Società “PENNA GRANDE Srl”, non curante di tutto questo, pare che abbia acquistato (?) non si sa bene da chi e come, trattandosi di un bene immobile invendibile e inalienabile, ed ha affidato al fasanese Geom. Giovanni Gallo dello Studio tecnico di un noto e conosciuto notabile della politica emergente fasanese, la progettazione, la direzione e la responsabilità per la sicurezza dello scempio in parola.
Infatti, in brevissimo tempo il professionista, che “ha le chiavi del cuor di Federico – direbbe Dante – è riuscito ad ottenere, in barba, se non a tutte le prescrizioni di legge…(?) quantomeno in spregio a tutte le direttive e alle ragioni di opportunità in materia, il nulla-osta della Soprintendenza ai beni Archeologici di Taranto n.13431 dell’8 maggio 2005 e la Concessione Edilizia n.123 del 9 maggio 2006 dal Comune di Fasano in provincia di Brindisi.
In base a questa concessione, la Ditta Impresa Costruttrice EDIL-NAPOLETANO di A. e I. snc ha iniziato i lavori il 25 maggio 2006 sotto la direzione del predetto Geom. Giovanni Gallo e della Soprintendenza ai beni Archeologici di Taranto. Almeno così risulta da un cartello ben visibile nei pressi del cancello della zona indicata.
Naturalmente, tutti i cittadini di Fasano e non, che passavano di là, si meravigliavano che in una zona vincolata si potessero effettuare lavori di tal genere, che la stessa zona era stata recintata e che, addirittura, risultava essere stata chiusa al pubblico la sottostante spiaggia libera, ex importante emporio dell’Adriatico sulla Via Traiana – Minucia, noto per i traffici di vasellame e di materiali in ceramica con tutto il Mediterraneo e l’Oriente.
Ma nella mente dei nuovi Goti forse frullava il pensierino di trasformare la spiaggia libera in spiaggia privata con ogni confort, in modo da realizzare un business nell’arco dell’intero anno, utilizzando, possibilmente, la presenza di numerosi studiosi o turisti che ancora oggi visitano con molto interesse e grande emozione la città cantata dal poeta latino Orazio Flacco Quinto (Venosa 65 A.C. – Roma 8 A.C.) nel I libro delle Satire ”Gnatia, lymphis iratis exstructa, dedit risusque iocosque, dum flamma sine tura liquescere limine sacro persuadere cupit” (Egnazia, eretta contro la volontà delle Ninfe, ci offrì motivo di risa e scherni, perché volevano farci credere che l’incenso si consumasse sulla soglia del tempio senza calore).
Dopo tante insistenze da parte dei cittadini, dopo tante interrogazioni durante le varie sedute del Consiglio Comunale di Fasano, finalmente la Provincia di Brindisi, con Ordinanza a firma dell’Ing. Sergio Rini, Dirigente dell’Ufficio Tecnico, l’11 Agosto 2008 ha annullato, in sede di autotutela, e anche per tutelare il territorio, il mare e il parco archeologico, la Concessione edilizia n.123 rilasciata il 9 maggio 2006 alla Società “PENNA GRANDE srl” dal Comune di Fasano nella provincia di Brindisi, nella zona archeologica di Egnazia, proprio in località “Penna Grande” con l’obbligo della demolizione del costruito ex novo, del ripristino dello stato dei luoghi e dell’apertura di un accesso libero al mare, in modo da consentire ai pedoni e ai mezzi di soccorso di raggiungere la battigia in caso di necessità per eventuali soccorsi.
Precedentemente, già il 31 luglio 2008, anche la Direzione Rregionale per i Beni Culturali e paesaggistici di Puglia, aveva revocato il nulla-osta favorevole, all’epoca rilasciato ( non si sa perché..) dalla Soprintendenza Regionale ai beni culturali di Lecce ( e non di Taranto).
Ciò nonostante, la zona ancora oggi risulta recintata (con buona pace dell’Assessore Regionale Guglielmo Minervini che aveva promesso, in tempi brevi, il Piano regionale delle coste e delle spiagge con gli accessi al mare, quale specchio per le allodole pugliesi) e i bagnanti sono tutt’ora costretti a saltare il muretto circostante per accedere alla spiaggia, priva di libero accesso al mare.
In passato, sino allo scorso anno, tutti potevano accedere alla spiaggia liberamente. Oggi, soltanto il sabato e la domenica, la spiaggia è accessibile al pubblico con l’apertura di un cancello, ermeticamente chiuso durante la settimana, e con la modica spesa di Euro 2(due) si ha la possibilità di entrare e di parcheggiare (Non si sa poi se il parcheggio sia stato regolarmente autorizzato e/o debba ritenersi abusivo). Per la cronaca il parcheggio è intitolato alla Società “PENNA GRANDE srl C.da Egnazia p.3 e 4 C.F. P.I.02008210748 – Area sosta Euro 2 – Uscita entro le ore 18.
Il Consigliere Comunale fasanese Dott. Mastro, interpellato e stimolato in merito, ha detto che non ce la fa più a combattere contro gli interessi incrociati, perché “sono tutti collusi”(sic)”.
Dopo la tentata e non completata (?) devastazione di questo patrimonio di inestimabile valore archeologico e storico, non si capisce perché un noto rappresentante delle Istituzioni locali monopolitane, socio anch’egli della PENNA GRANDE srl e, si dice, prossimo candidato al Consiglio regionale pugliese, non ha sentito la sensibilità di dimettersi dall’incarico pubblico a tutt’oggi ricoperto, per ovvi motivi di incompatibilità nei confronti del bene pubblico. Forse, forte delle sue collaudate e potenti amicizie e delle ingenti risorse economiche di cui dispone, ritiene che il denaro sia la chiave di tutte le cassaforti? Sempre che i cittadini lo permettano..
In altri tempi, tanto deprecati, gli amministratori che agivano in questo modo avevano almeno la sensibilità di dimettersi da tutte le cariche pubbliche per il palese conflitto di interessi.
Fa meraviglia che, né la Prefettura di Bari o di Brindisi, né gli organi di vigilanza dei Partiti, hanno sentito la necessità morale di intervenire in tal senso, seguendo i normali e rituali canali dei vari statuti che sulla carta predicano bene, ma nella realtà, razzolano male. Lo stesso Ministro per i Beni Culturali e Ambientali dorme tranquillamente, dimenticando che Egnazia è patrimonio dell’umanità.
Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra! (Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza!).
Dopo tutto quello che è successo si spera che le sorti dell’antica città di Egnazia e la continuazione degli scavi vengano affidati ad una Istituzione che possa meglio tutelare e salvaguardare questo patrimonio dell’umanità dalle grinfie di persone spinte solo ed esclusivamente dalla loro pochezza culturale, dalla loro improvvisazione e dal loro strumentale modernismo che ogni giorno minano la nostra storia e le nostre radici.
Il Comune di Fasano deve cercare di scavare e valorizzare il territorio di Egnazia senza lasciare ai privati ancora una volta di continuare a far scempio della zona archeologica, cominciando con porre in essere l’Ordinanza dell’11 agosto 2008, della Provincia di Brindisi a firma dell’Ing. Sergio Rini, Dirigente dell’Ufficio Tecnico, con tutti gli annessi e connessi, con l’augurio che certi episodi incresciosi non si ripetano più per la difesa della cultura e della civiltà della popolazione tutta.
Il Presidente dell’Associazione Politico-Culturale
P.A.S.T.E.U.R (Patto per lo Sviluppo Equilibrato Urbano e Rurale)
Prof. Walter Laganà
Già Sindaco due volte di Monopoli
Egnazia: il porto – Sono ancora visibili i loculi singoli e le tombe familiari lungo la costa dei defunti gnatini inviati all'ade, cupo regno della morte.
Resti delle mura di cinta della ricca Città Greca, meta e origine con il suo porto sul mare Adriatico e sulla via Traiana-Minucia di grandi traffici nel Mediterraneo e con l'oriente.