IO SUD promuove la “Moratoria dell’indebitamento delle aziende agricole”
RACCOLTA FIRME PER SOSTENERE LA MORATORIA DELLE CARTELLE INPS E DELLE ESPOSIZIONI BANCARIE DELLE AZIENDE AGRICOLE MERIDIONALI
Con l’anno nuovo è cominciata da qualche giorno anche nelle contrade di Monopoli la raccolta firme per sostenere la richiesta di “moratoria delle cartelle Inps e delle esposizioni bancarie delle aziende agricole meridionali” proposta dal movimento politico IO SUD, rappresentato a livello nazionale dalla Sen. Adriana Poli Bortone ed a livello locale dal coordinatore Angelo Vito Lamanna.
A breve sarà realizzata anche nella nostra città la riunione degli stati generali del Mondo agricolo monopolitano alla presenza della sen. Adriana Poli Bortone per completare la raccolta firme e mettere a punto il piano d’azione necessario al fine di sensibilizzare il governo Berlusconi per una rapida soluzione dei problemi ancora irrisolti che attanagliano le imprese agricole meridionali.
Alla presente seguirà adeguata comunicazione del luogo e della data della riunione.
Di seguito il testo della proposta di moratoria :
(continua)
Gli agricoltori di diverse Organizzazioni professionali e Movimenti,
premesso che:
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la crisi economica che, a livello mondiale, ha colpito ogni comparto produttivo non ha certamente risparmiato quello agricolo italiano, in verità, già in grande sofferenza;
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in particolar modo, da decenni, ogni azienda agricola di qualsiasi dimensione ha accumulato un ingente debito nei confronti del fisco e del sistema contributivo;
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già dagli anni ’60, è possibile riscontrare richieste di interventi legislativi sulla materia a seguito delle iniziative da parte delle Associazioni, con conseguenti impegni assunti da diversi schieramenti politici, ma anche da rappresentanti dei vari Governi;
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in tutti questi anni, gli impegni assunti e le iniziative intraprese non hanno sortito gli effetti auspicati, ma solo momentanee sospensioni del dovuto, mentre, per quanto riguarda il pregresso, la situazione è stata dolorosamente aggravata e complicata dalla cosiddetta “cartolarizzazione” attraverso la quale l’INPS ha ceduto tutti i crediti contributivi a una società appositamente costituita (la SCCI), che ha rimborsato subito allo Stato il 10 per cento del valore della “cartolarizzazione” e tratto utili e profitti su tutto quello che è stato recuperato in più, oltre al riconoscimento dell’aggio esattoriale;
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oggi la situazione non è variata, anzi, è peggiorata con un continuo aggravio del debito delle aziende agricole, ridotte ormai a condizioni reddituali d’insussistenza, perseguitate da Equitalia che, cinicamente, arriva ovunque bloccando i conti bancari delle aziende e, finanche, le macchine agricole, cioè gli attrezzi di lavoro dell’agricoltore;
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le aliquote contributive agricole in Italia risultano tra le più alte tra tutti i Paesi dell’Unione Europea e che sia l’INAIL che l’INPS hanno previsto negli anni un sempre più consistente aumento degli aggravi contributivi a carico delle aziende agricole;
considerato che:
– è divenuto ormai indispensabile promuovere ogni utile iniziativa legislativa, compatibile con gli orientamenti comunitari, per avviare un processo di consolidamento della situazione debitoria delle imprese agricole e cooperative nei confronti del fisco e del sistema contributivo;
– la sofferenza delle imprese agricole nei confronti delle banche è divenuta allarmante con continue richieste di rientro del credito e con una stretta creditizia soffocante che vede istruttorie severissime e richieste di garanzia che hanno raggiunto livelli impossibili;
– a carico di un’agricoltura, sempre più oberata dalla burocrazia, si è aggiunta la pressante ed asfissiante presenza di controlli degli ispettorati in campo, nonché l’aggravio di costi sui fitofarmaci;
– il Parlamento e le Istituzioni hanno l’obbligo morale e istituzionale di intervenire per salvare uno dei settori che è stato tra i più importanti dell’economia nazionale e che oggi, dati della Banca d’Italia e dell’Ismea alla mano, è un settore agonizzante;
– l’impegno deve essere quello d’invertire l’operazione innescata con la “cartolarizzazione”, avviando una sanatoria direttamente con la regolarizzazione della propria posizione attraverso il pagamento, rateizzato, al massimo del 15-20 per cento delle somme effettivamente dovute;
– è necessario rivedere la contribuenza previdenziale del mondo agricolo attraverso una riforma globale del settore e un’inevitabile ed energica iniziativa che porti i livelli contributivi della previdenza agricola a quelli degli altri Stati europei, che sono notevolmente più bassi di quelli italiani;
– si rende necessario poter mettere in condizione tutte le aziende agricole di’immettersi nel nuovo sistema di sostegno europeo all’agricoltura che è all’orizzonte dopo il 2013, con parità di condizione con le atre aziende;
– per le suddette ragioni, con ordine del giorno del Consiglio regionale pugliese, unanimemente approvato nella seduta del 23 dicembre 2009, il Presidente e la Giunta della Regione Puglia vennero impegnati a chiedere al Governo nazionale, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera dei Deputati di:
1. esperire ogni azione possibile per reperimento dei fondi necessari ad avviare un processo di consolidamento della situazione debitoria delle imprese agricole e cooperative e per la realizzazione di una sanatoria mediante ravvedimento, che comportasse la regolarizzazione di tutti gli obblighi di natura fiscale e tributaria del mondo agricolo, attraverso il pagamento, rateizzato, al massimo del 15-20% delle somme effettivamente dovute;
2. avviare ogni iniziativa possibile che portasse i livelli contributivi della previdenza agricola nazionale a quelli degli altri Stati europei che sono notevolmente più bassi di quelli italiani;
3. sostenere l’urgenza e la necessità di una riforma globale del sistema previdenziale agricolo;
con lo stesso ordine del giorno, il Presidente e la Giunta regionale della puglia vennero impegnati, altresì, ad attivare ogni iniziativa, rimodulando le misure previste dal PSR per la costituzione di:
a. un fondo regionale di rotazione per lo stoccaggio di prodotti agricoli;
b. misure volte alla realizzazione di strutture di stoccaggio, gestite da Consorzi di O.P. di prodotto;
c. misure per avviare un Piano olivicolo regionale teso all’ammodernamento degli impianti esistenti;
considerato, altresì, che:
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il suddetto ordine del giorno venne fatto proprio dalla Conferenza Stato/Regioni, che chiese al Governo la dichiarazione dello stato di crisi del comparto agricolo nazionale;
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la richiesta avanzata non ha trovato riscontro positivo da parte degli organi di Governo, mentre gli assessori della provincia di Bari, alle attività produttive, Onofrio Resta, e all’agricoltura, Francesco Caputo, attraverso la Gazzetta del Mezzogiorno del 25 novembre 2010, hanno, tra l’altro, lamentato che «dal 2000, solo nella regione Puglia, circa 10.000 aziende agricole (1/3 del totale) hanno chiuso; circa l’80% degli imprenditori pugliesi risultano indebitati con gli istituti di credito; negli ultimi 5-6 mesi, per ben 300 aziende si sono aperte le porte della procedura di pignoramento per insolvenza; il reddito agricolo è calato più di 1/3 rispetto al 2000, mentre i costi contributivi e produttivi si sono triplicati con ricadute negative per migliaia di posti di lavoro con perdita di circa il 50% delle giornate di manodopera agricola impiegata»;
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negli ultimi decenni si è fatto ben poco per irrobustire il comparto agricolo a tutti i livelli, per cui i problemi sono tanti a cominciare dall’assenza di regole condivise e di controlli sulle importazioni che favorisce la concorrenza sleale di prodotti stranieri spesso spacciati per pugliesi; lo strapotere contrattuale della grande distribuzione organizzata, cosicché per ogni euro speso dai consumatori, il 60% va alla distribuzione commerciale e solo il 17% a remunerare il prodotto agricolo;
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nella provincia di Taranto 353 aziende sono state poste all’asta con il reale rischio che ad aggiudicarsele siano soggetti che le rilevano per soli fini speculativi e favorire i personaggi mafiosi che nulla a che fare hanno con l’agricoltura;
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tale situazione potrebbe dar luogo al verificarsi di fatti come quelli accaduti a Rosarno, fenomeni di corruzione e scontri tra lavoratori di diverse nazionalità impegnati nel lavoro dei campi;
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quanto innanzi venne evidenziato in occasione dell’audizione in Commissione Agricoltura del Senato lo scorso mese di luglio, dove il Presidente, sen. Paolo Scarpa, assunse impegno a convocare i rappresentanti di Equitalia e delle Banche.
Tanto premesso e considerato,
CHIEDONO
– la moratoria delle cartelle INPS e delle esposizioni bancarie e, conseguentemente, il blocco dei pagamenti da parte di Equitalia per impedire procedimenti esecutivi, pignoramenti e vendite all’asta delle aziende che certamente non vengono acquistate da altri agricoltori, ma da personaggi che nulla hanno a che vedere con la coltivazione della terra, che procurano denaro sporco (vedasi il caso Lecce dove sono stati arrestati funzionari di Equitalia ed altri personaggi per turbativa d’asta).
Peraltro, la richiesta di moratoria assume carattere di improrogabilità e di indispensabilità in quanto consentirebbe di:
1. individuare modalità e termini di intervento verso le Banche a seguito di quanto dichiarato dal Governatore della Banca d’Italia, Draghi, a proposito dei tassi di interesse da usura praticati dagli Istituti di credito;
2. accertare l’effettivo credito vantato dall’INPS, in quanto:
– alle aziende sono state recapitate cartelle pazze per crediti non esigibili e non certificati per le quali vari Tribunali hanno condannato la stessa INPS al pagamento delle spese legali, in quanto l’Istituto di previdenza non è stato in grado di dimostrare la fondatezza del credito vantato;
– l’INPS ha riconosciuto alle aziende aderenti al processo di ristrutturazione dei debiti che le cartelle, notificate ed oggetto di ricorso opposto dagli stessi imprenditori, erano state maggiorate per centinaia di migliaia di euro;
– si vedono recapitare alle aziende cartelle di importo diverso, pur riferendosi al medesimo periodo di contribuzione;
– continuano a pervenire alle imprese cartelle abbondantemente prescritte per le quali si ritorna a chiedere il pagamento con lo scopo di interrompere i termini della prescrizione;
– per lo stesso identico credito, diverse imprese agricole si vedono sollecitate dalle banche, mediante una miriade di avvocati, dall’Inps e da Equitalia per un immediato pagamento, pena pignoramenti ed azioni esecutive, per crediti non certi, né esigibili. E tutto ciò in una situazione nella quale lo Stato non è in grado di difendere gli agricoltori da truffe puntualmente denunciate e documentate, da situazioni di crisi che costringono le aziende a fare ricorso a prestiti usurai, ad una malavita sempre più presente come ha documentato la CIA nel suo ultimo dossier;
3. accelerare l’iter procedurale per l’attuazione di una nuova politica agricola attesa da decenni, presupposto indispensabile per una riforma previdenziale che definisca, una volta per tutte, l’annosa materia dei contributi agricoli.
Dicembre 2010