IL PROF. SUMA SCRIVE A VIVIMONOPOLI
SUMA SMENTISCE LEOCI e IL SINDACO
Gentilissimo Direttore,
a chi vive sereno dispiace talvolta imbattersi in certe aggressioni mediatiche, ispirate alla consueta pratica della manipolazione della realtà e fondate sulla banale maleducazione, personale e politica. Dato che le pagine del suo settimanale e l’emittente collegata hanno ospitato le dichiarazioni del capogruppo del PDL, Paolo Leoci, e, in puntuale successione, quella del sindaco Romani, mi conceda almeno di replicare a questa ennesima prova di squadrismo mediatico di esponenti politici di centrodestra, poco abituati a ricevere critiche e dissensi e poco usi al rispetto dell’avversario politico, specie se di discreta e a loro fastidiosa moralità.
Ciò detto, veniamo ai fatti reali.
Settimane addietro, incontrando l’assessore al turismo, Domenico Alba, feci lui presente che a Monopoli manca una programmazione musicale che sia in sintonia con le attese culturali giovanili. In più, feci presente che i gruppi musicali monopolitani non hanno più spazio per esibirsi. L’attuale politica culturale dell’assessore Orciuolo, infatti, regala giusta visibilità soprattutto alla musica vicina al Conservatorio ma non si preoccupa di valorizzare e promuovere gli altri artisti locali (sarà che nemmeno li conosca e li ascolti, ma per un assessore alla cultura, però, è un po’ bizzarro non sapere quello che accade nella città di cui si è vicesindaco…) Ma la condizione di limbo culturale a cui sono destinate le band locali e la condizione di sopraggiunta oscurità artistica a cui sono condannate dalla attuale amministrazione stridono clamorosamente con le tournèe nazionali, con la discreta fama nazionale e con le incisioni nazionali che le stesse band stanno collezionando.
Noi abbiamo a Monopoli quattro band di respiro nazionale ma nessuno dell’attuale amministrazione lo sa e nessuno si preoccupa di valorizzarle, costruendo per loro momenti di adeguato spazio e di festosa visibilità. Ciò che dovrebbe rappresentare motivo di orgoglio della città diviene esercizio politico di emarginazione culturale.
Questa è la regia dell’assessore alla cultura dell’amministrazione Romani, che paga profumatamente l’amico politico Giordano Bruno Guerri, gli concede la scena monopolitana per il suo teatrino, e ignora i figli di questa città.
Quale colpa, dunque, mi si attribuisce? Solo di aver invitato gli assessori Alba e Orciuolo ad includere nel programma estivo la realtà artistico-musicale giovanile monopolitana, di aver sostenuto l’esigenza di uno spazio per i giovani musicisti di questa città, per i giovani che ricevono applausi di altri giovani di altre città, ma che qui da noi ricevono il regalo dell’indifferenza delle politiche culturali?
Bene, mi addosso, allora, la sana e imprudente colpa.
Giace alla distratta attenzione dei due assessori la richiesta di un festival musicale di due giorni, cioè di due giorni di musica, di due giorni di festa della nostra migliore gioventù, un progetto presentato dalle quattro band monopolitane di fama nazionale, firmata da Giorgio Spada dei VEGETABLE G, non da me.
Qui la verità, dunque: io non ho mai chiesto 4000 euro “per l’organizzazione di un concerto di un gruppo rock amico”, come afferma il male informato Leoci, maldestramente addestrato dall’assessore Orciuolo, ma con educazione ho solo segnalato le ragioni della giusta richiesta del festival presentata dai giovani musicisti di questa città. Nel raccogliere, quindi, l’invito dell’improvvisato educatore Leoci a “farmi un serio esame di coscienza riguardo quelli che sono i miei comportamenti” risponde la trasparenza della vicenda, che segna ancora una volta le differenze: da una parte, chi raccoglie i voti di questa città per poi COMANDARE arrogantemente e DELUDERE i cittadini, giovani e adulti; dall’altra, chi ci tiene davvero alla città, chi ascolta la musica dei suoi giovani, chi frequenta i loro concerti e vive con loro la gioia dell’essere e non dell’avere. E’ vero, mi sento molto amico di questi giovani disgustati dalla politica.
Le migliori energie creative di questa città oggi non ricevono nulla dalla politica, se non l’indifferenza e il buio delle sue programmazioni culturali. Avevano solo chiesto di poter suonare nella loro città…
Quanto agli sms e alle telefonate con le quali – afferma il capogruppo Leoci (un po’ sprovvisto della ricercata eleganza invocata dal sindaco) – avrei “contattato” gli assessori, vale quello che gelosamente conservo dell’assessore Orciuolo, nel quale mi si chiede se i firmatari della richiesta del festival siano “miei amici”.
Poiché ci serviamo proprio delle parole per pronunciare il mondo e trasmettiamo con esse la nostra personale visione del mondo, appare evidente – se ve ne fosse ulteriore bisogno – che l’attuale programmazione culturale di questa città serba rilevante considerazione agli amici e agli amici degli amici, come da me sostenuto.
Grazie della cortese attenzione.
prof. Michele Suma