Il barone Colucci lancia un appello ai giovani sul lavoro

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«Miei cari concittadini, con grande dispiacere e rammarico apprendo che a Monopoli in questi ultimi anni ben 2000 aziende hanno chiuso i battenti ed oltre 9.000, tra giovani e padri di famiglia, hanno perso il lavoro e vivono il dramma della disoccupazione.

Sin dagli albori della civiltà il lavoro è stato il principale motivo di vita dell’uomo, e grazie al lavoro l’uomo ha raggiunto i traguardi più importanti in ogni campo: agricoltura, industria, tecnologia solo per citarne alcuni. Il lavoro è un diritto, Il lavoro è cultura, il lavoro è dignità.

Come ben sapete, sono il presidente di un gruppo industriale che occupa 120 dipendenti stabili, un imprenditore che ha sempre creduto nel lavoro, ho dovuto affrontare grandi difficoltà e superare enormi ostacoli. Anche quando tutto sembrava perduto mi sono rimboccato le maniche, mi sono fatto coraggio e ho ripreso a lavorare, ancora più di prima.

Oggi la disoccupazione e la crisi stanno uccidendo la nostra comunità, trascinando migliaia di cittadini nel baratro e nella miseria assoluta. Il bisogno e la fame obbligano i nostri giovani a scappare al nord o addirittura all’estero, i padri di famiglia si arrangiano come possono: alcuni sono costretti persino a rubare, altri si suicidano.

 

Per questo motivo lancio un appello ai giovani disoccupati: recatevi dagli imprenditori monopolitani muniti di curriculum e chiedete di essere inseriti nell’organico aziendale con la formula dello stage ai fini di una successiva assunzione.

Ho parlato personalmente con molti imprenditori e tutti hann o dato la loro disponibilità ad accogliere uomini e donne interessati ad apprendere una nuova professione.

Sono convinto che con la volontà e con il coraggio potremo uscire dalla crisi e io, da sindaco-imprenditore, garantirò il massimo sostegno all’occupazione, incentivando le imprese con sgravi fiscali e promuovendo finanziamenti di ogni tipo.

Pertanto ho bisogno del vostro sostegno elettorale, votando me voterete voi stessi. Una Monopoli che lavora è una città libera»