“Emilio Romani ha tenuto fede agli impegni assunti”

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Ci scrive Iolanda Galiano

Egregio direttore M. De Russis,
voglio dare atto della coerenza al sindaco di Monopoli Emilio Romani, per aver tenuto fede agli impegni presi in data 24 maggio 2008, la data scelta da qualche anno per la giornata della disabilità. In quell'occasione il sindaco e gli assessori Giuseppe Campanelli e Alberto Pasqualone si erano detti pronti a interpretare iniziative forti affinchè il diritto dei disabili sia garantito. Infatti per molte cose i frutti di tale impegno si sono concretizzati ora per meglio esprimere questo concetto userò uno stralcio del discorso fatto da Giovanni Paolo II, al Giubileo della comunità con i disabili, proprio il 3.12.2000, affermava “anzitutto il diritto che ha ogni uomo e ogni donna disabile, in qualunque Paese del mondo, ad una vita dignitosa. Non si tratta solo di soddisfare determinati bisogni, ma più ancora di vedere riconosciuto il proprio desiderio di accoglienza e di autonomia. È necessario che l’integrazione diventi mentalità e cultura, e al tempo stesso che i legislatori e i governanti non facciano mancare a questa causa il loro coerente sostegno”.
Su questa sintetica ed impegnativa affermazione, molti gruppi, istituzionali e non, che si prendono  cura della disabilità (dai genitori, ai volontari, ai gestori delle differenziate unità d’offerta, a soggetti del terzo settore) si sono ritrovati e si ritrovano, nell’orizzonte di una riaffermata ed esigente cittadinanza dei diritti, a riflettere, a confrontarsi, a verificare lo stato della situazione concernente la disabilità: dal punto di vista culturale, istituzionale, legislativo
ed operativo. Si deve porre al centro e al cuore del sistema la difesa della persona con la propria dignità e il suo diritto a rimanere nella propria comunità, a contatto con le proprie reti familiari e sociali. La “persona al centro” significa che non solo è oggetto del sistema di prestazioni e risposte, ma anche soggetto che collabora, partecipa, sceglie il processo di inclusione sociale.

La saluto cordialmente,

Iolanda Galiano