Crisi pesca, approvato ordine del giorno

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La Giunta Comunale nella seduta dello scorso 7 giugno ha approvato un ordine del giorno sulla nuova normativa europea sulla pesca.

L'esecutivo ha deliberato di richiedere «senza indugi, al Governo Nazionale che si faccia promotore nei confronti dell'Unione Europea della richiesta di immediata sospensione del Regolamento CE, per un periodo di almeno 12 mesi, necessario a riaprire in sede comunitaria un negoziato che tenga conto organicamente dei problemi della pesca mediterranea ed in particolare di quella adriatica». La Giunta ha affidato al Sindaco «ampio mandato per intervenire nei confronti del Governo Nazionale, concordando azioni unitarie anche con i Sindaci degli altri comuni costieri, nella direzione della sospensione immediata del Regolamento di che trattasi nonché nella richiesta dell'utilizzo dei Fondi Fas per arginare il disagio economico e sociale che tale Regolamento provoca».

(continua)

Dallo scorso 1° giugno sono diventate pienamente esecutive ed entrate in vigore alcune misure del Regolamento CE n.1967/2006 del 21/12/2006, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo e che stabilisce restrizioni sugli attrezzi da pesca e prescrizioni sulla distanza dalla costa.

«Il Regolamento», si legge nel provvedimento, «impatta in maniera devastante con la economia peschereccia, già in strutturale condizione di debolezza, ed incide profondamente sulle tradizioni della marineria mediterranea e dell'Adriatico in particolare che conosce peculiarità tali da differenziarle da quelle atlantiche. Le nuove misure di selettività per il loro impatto economico – sociale sul settore stanno creando ulteriori disagi ad un'economia già provata dalla crisi internazionale interessante l'intero continente, con aumento della disoccupazione, oltre ad arrecare disagi alle consolidate abitudini alimentari delle nostre genti, con il rischio di una definitiva marginalizzazione del settore della pesca pugliese ed adriatica. Il regolamento contiene norme cogenti 'per le sole imprese comunitarie mentre non tiene conto delle attività di pesca esercitate da imprese dei paesi non comunitari che si affacciano sul mediterraneo ed insistono su risorse condivise. Infine, si preoccupa dei soli aspetti di tutela ambientale e di sostenibilità dello sforzo di pesca mentre non affronta in alcun modo gli aspetti economici e sociali delle imprese e dei marittimi imbarcati».

Portavoce Sindaco
Dott. S.D. Scarafino