Comunicato stampa dell’Ing. Deleonibus sui depuratori

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Dai nostri depuratori dovrebbe uscire acqua depurata al 95%. Ora che a mare finisce ogni sorta di "potenziale rischio" si avviano i controlli. E a mare galleggiano chiazze schiumose.

La scelta di scaricare in mare i prodotti del depuratore, dopo che è diventato impossibile (giustamente!) scaricarli in falda come si è fatto per anni, è una bomba ad orologeria, è un fattore di inquinamento esplosivo per il mare e certamente comporterà degli effetti dirompenti sia sull’habitat marino, sia sul turismo: un mare da vedere ma non da godere e toccare.

Ricordando che l’Ambiente è il "Sistema integrato di fattori naturali e antropici che hanno un effetto significativo e apprezzabile sulla salute delle collettività" e l’ "Insieme degli agenti fisici, chimici e biologici e dei fattori socio-economici e culturali suscettibili di avere un effetto diretto o indiretto, immediato o a lungo termine sugli esseri viventi e sulle attività umane" (OMS, 1972), la nostra Monopoli deve assolutamente trovare soluzioni ai divieti di balneazione per scarichi a mare.

(continua)

È auspicabile che si fermino a monte i prodotti del depuratore e si metta in funzione un sistema di riuso irriguo, facendo una campagna di informazione per invogliare gli agricoltori a utilizzare questi liquami per innaffiare le loro colture agricole, nel frattempo lavorare per procedere alla ricerca di risorse economiche per realizzare una conduttura "coperta" e incanalare lì dentro questi liquami dallo sbocco del depuratore fino a 300 metri all’interno del mare.

Vanno citati i riferimenti normativi in materia di acque di balneazione quali la Direttiva 2006/7/CE, recepita dal Decreto Legislativo 116/2008, a sua volta seguito dal decreto attuativo D.M. 30 marzo 2010, rispetto alla quale emerge l’arretratezza degli interventi messi in atto finora sulla spiaggia. Una normativa che è una vera e propria rivoluzione copernicana, che ha cambiato completamente il sistema di monitoraggio e classificazione delle acqua balneari, rispetto al protocollo che si seguiva da 30 anni a questa parte. A questa efficiente produzione normativa corrisponde un’informazione in spiaggia del tutto carente. Posto che l’attivazione del diritto dei cittadini bagnati all’informazione e al suo accesso è rilevabile all’art. 14, comma 3 della Legge istitutiva del Ministero dell’Ambiente (Legge n. 349/1986), che testualmente recita: "Qualunque cittadino ha diritto di accesso alle informazioni sullo stato dell’ambiente disponibili, in conformità alle leggi vigenti, presso gli uffici della pubblica amministrazione …."

A questo punto è auspicabile che se ne discuta in un prossimo Consiglio Comunale per assumere tutti insieme la responsabilità della situazione e avviare tutti i passi necessari per il reperimento delle risorse necessarie. È anche auspicabile che si costituisca un gruppo di lavoro permanente di monitoraggio e controllo costituito dai rappresentanti del Comune e dai rappresentanti delle associazioni e comitati ambientalisti presenti a Monopoli.

dott. ing. Giuseppe Deleonibus, Dottore in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, Researcher in Gestione dei Rifiuti Industriali