Ci scrive l’ing. Giuseppe Deleonibus: Prende sempre più corpo il Federalismo Demaniale

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Mentre Monopoli si concede il meritato riposo estivo…qualcuno ci svende.

Ebbene sì. Sempre di più sta prendendo corpo il federalismo demaniale, fenomeno accessorio del federalismo fiscale, recentemente attuato mediante la legge 5 maggio 2009, n. 42, recante «Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione».

È già pronto un elenco, ancora provvisorio e decisamente corposo: 11 mila schede, 19 mila cespiti contenuti in cinque, seicento pagine. Questi sono i primi elenchi provvisori dei beni che lo Stato renderà disponibili agli Enti Locali per consentire loro di venderli e "fare cassa". L’elenco definitivo si aspettava per fine luglio. Ma non c’è ancora. Si aggiorna ogni 15 giorni.

Ma vediamo cosa davvero accadrà.

Secondo il primo decreto attuativo della legge, approvato dalla "Commissione Bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale" a fine maggio, a Regioni ed Enti locali potranno venire attribuiti i beni del demanio marittimo, idrico, gli aeroporti di interesse regionale o locale, le miniere e gli altri beni immobili dello Stato e i beni mobili ad essi collegati.

Ma come avverrà la cessione? Saranno gli enti locali, sulla base dell’elenco dei beni disponibili, a richiedere allo Stato la cessione di quelli che riterranno interessanti, a patto che ne indichino modi e tempi di utilizzo: tutti i beni non richiesti saranno comunque valorizzati ed alienati entro 36 mesi sulla base di accordi tra Stato, Regioni ed Enti Locali.

I beni attribuiti agli Enti territoriali potranno essere alienati solo dopo la loro valorizzazione attraverso le varianti allo strumento urbanistico, e potranno essere conferiti ad uno o più fondi comuni di investimento immobiliare.

(continua)

Il risultato finale e prevedibile sarà che i beni più interessanti del Paese, di proprietà pubblica, saranno ceduti agli enti locali per essere adeguatamente valorizzati, ovvero venduti ai privati; resterà invece in mano pubblica quel che il mercato non riterrà interessante.
Il testo del decreto è stato approvato in Commissione con il parere positivo della maggioranza a cui si è unita l’Italia dei Valori, astenuto il PD.

Sapete cosa significa tutto ciò? Che in Italia 300 milioni di metri cubi di cemento potranno essere realizzati sulle aree agricole; che le sorgenti di acqua minerale e termale potranno essere vendute ai privati; che le spiagge verranno di fatto vendute con concessioni a 99 anni; che gli speculatori potranno realizzare guadagni 5 volte superiori al valore del demanio alienato grazie alle varianti urbanistiche.

Con il Federalismo Demaniale si avranno veri e propri saldi di Stato a favore dei grandi gruppi immobiliari e dei più grandi costruttori che potranno centuplicare i propri conti correnti speculando sul patrimonio comune di tutti i cittadini.

Un vero e proprio regalo ai poteri forti.

Per essere ancora più chiaro, a causa di questa norma le aree agricole potranno essere vendute, perché non più patrimonio indisponibile dello Stato, e sottoposte a variante urbanistica.

Se solo il 4% delle aree agricole fosse sottoposta a questa procedura (applicando un basso indice di cubatura 0,8 mc/mq) avremmo una spaventosa cementificazione di quel che resta delle nostre aree agricole: stiamo parliamo di 300 milioni di metri cubi di cemento.

Il Federalismo Demaniale non è nient’altro che una mega svendita dei beni dello Stato che consentirà una speculazione senza precedenti attraverso la capitalizzazione derivante dalle varianti urbanistiche che accompagnano i piani di vendita. I comuni infatti nell’80% dei casi saranno costretti alla vendita non solo perché questo strumento di legge consente di ripianare il debito, come espressamente previsto dal ministro Calderoli, ma anche perché i deficit di comuni, province e regioni non consente loro di sostenere i costi di manutenzione e gestione dei beni.

Le spiagge che continueranno a far parte del patrimonio indisponibile dello Stato e che, quindi, non potrebbero essere vendute, potranno, invece, essere sottoposte a processi di valorizzazione. Si aumenterà quindi il processo di privatizzazione e cementificazione delle spiagge italiane. Il divieto di vendita verrà superato attraverso la concessione di canoni per 99 anni come già chiesto da Confindustria. Crescerà quindi esponenzialmente il processo di privatizzazione e cementificazione delle spiagge italiane.

E in questo federalismo demaniale (nella lista provvisoria e non ancora definitiva) finiscono tre beni "monopolitani": la caserma della Guardia di Finanza (Via Baione, 13-15, valore del bene € 1.459.882,09), la Caserma della Polizia di Stato (Via Turati, valore del bene € 2.479.501,10) e un’abitazione in Via Dante Alighieri (valore del bene € 197.915,20).

Viene ora da chiedere ai nostri "attenti e vigili" amministratori cosa davvero vogliano fare di quei beni? Ci si augura che questi beni possano diventare strutture sociali o per attività sportive, usando la finanza di progetto, facendo l’azionariato diffuso, coinvolgendo i cittadini e che la discussione intorno a queste aree possa essere partecipata, attraverso degli open spaces locali. Tutte queste cose nel provvedimento del Governo non ci sono, qui non si tratta di federalismo, di togliere centralismo a Roma, qui si tratta di rendere federalista la cementificazione.

Che la destinazione futura di queste aree, la scelgano i cittadini, il vero federalismo è questo.

Le città sono nostre, dobbiamo riprendercele, dobbiamo impedire che vengano svendute per pochi euro a chi non ha saputo gestire la cosa pubblica e ne ha fatto scempio fino a ora.

ing. Giuseppe DELEONIBUS
Ingegnere per l'Ambiente e il Territorio
Tutela Ambientale e Controllo dell'Inquinamento