Caro Michele, noi ai “gladiatori” preferiamo gli uomini di pace
Quando dici che nel terzo millennio destra e sinistra non esistono più dici qualcosa di falso e di grave. Questa generazione crede che destra e sinistra esistano ancora, forse più di prima. E se nessuno lo dice lo diciamo noi. Perché l’ingiustizia, la miseria, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il predominio degli interessi privati su quelli generali, la distruzione dell’ambiente in nome del profitto, l’emarginazione e la negazione dei più elementari diritti delle persone, sono questioni che questo mondo più piccolo – ma non meno terribile di ieri – ci sbatte ancora sul muso. Proprio oggi, che dagli States un uomo dalla pelle nera lancia un nuovo messaggio di fiducia nella politica come sforzo collettivo, noi, i democratici, non possiamo voltare la testa indietro; non possiamo permetterci ammiccamenti verso un modello neo-populista suggerito e praticato dalla destra. Anche perché – te lo dico con affetto – rischiamo di apparirne la copia posticcia e stracciona. Non abbiamo bisogno di novelli Achille Lauro, ne di sceriffi dalla pistola giocattolo. Il Mezzogiorno ha già pagato abbastanza. Tra i “gladiatori”, schiavi costretti ad uccidere altri uomini per il diletto dell’imperatore, e gli uomini di pace, noi preferiamo questi ultimi; perché di questi messaggi la nostra società ha oggi bisogno. Tra servire un leader e servire un’idea, noi serviamo un’idea. Tra le ambizioni personali e quelle collettive noi scegliamo il collettivo. Per sostituire una volta per tutte la parola “io” con la parola “noi”. Abbiamo studiato, facendo il nostro dovere verso noi stessi e le nostre famiglie, abbiamo fatto l’Erasmus contaminandoci con i nostri coetanei di tutta Europa e spesso parliamo più di una lingua straniera.
L’organizzazione giovanile del Pd è pronta a fare la sua parte con responsabilità, per costruire un partito dove nuovi messaggi e nuove personalità emergano. Per andare oltre questo Pd ed approdare finalmente al Partito democratico. Un partito vero, che sia innanzitutto una comunità solidale e dialogante con la società italiana e non la mera sommatoria delle correnti né il giocattolo di questo o quel leader. Non è più il tempo delle tattiche. È venuto il tempo del futuro.
Segretario Regionale Giovani democratici Puglia