Caro Michele, noi ai “gladiatori” preferiamo gli uomini di pace

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Caro Segretario,
ti scrivo così, apertamente, perché alcune tue recenti dichiarazioni pubbliche sono apparse eccessive e distanti dai sentimenti dei giovani democratici pugliesi. Noi in questa tornata elettorale abbiamo fatto la nostra parte. Non in un laboratorio, con le provette in mano, ma per strada, tra i nostri coetanei, prendendo i voti dal Gargano al capo di Leuca. I Giovani democratici in tutte le province, in oltre 50 comuni, nelle circoscrizioni, nei consigli provinciali, si sono fatti valere con un risultato straordinario: oltre 6000 voti complessivi e decine di eletti tutti sotto i trent’anni. Una generazione in cammino che ha vinto nei fatti la sfida del consenso.
Quando dici che nel terzo millennio destra e sinistra non esistono più dici qualcosa di falso e di grave. Questa generazione crede che destra e sinistra esistano ancora, forse più di prima. E se nessuno lo dice lo diciamo noi. Perché l’ingiustizia, la miseria, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il predominio degli interessi privati su quelli generali, la distruzione dell’ambiente in nome del profitto, l’emarginazione e la negazione dei più elementari diritti delle persone, sono questioni che questo mondo più piccolo – ma non meno terribile di ieri – ci sbatte ancora sul muso. Proprio oggi, che dagli States un uomo dalla pelle nera lancia un nuovo messaggio di fiducia nella politica come sforzo collettivo, noi, i democratici, non possiamo voltare la testa indietro; non possiamo permetterci ammiccamenti verso un modello neo-populista suggerito e praticato dalla destra. Anche perché – te lo dico con affetto – rischiamo di apparirne la copia posticcia e stracciona. Non abbiamo bisogno di novelli Achille Lauro, ne di sceriffi dalla pistola giocattolo. Il Mezzogiorno ha già pagato abbastanza. Tra i “gladiatori”, schiavi costretti ad uccidere altri uomini per il diletto dell’imperatore, e gli uomini di pace, noi preferiamo questi ultimi; perché di questi messaggi la nostra società ha oggi bisogno. Tra servire un leader e servire un’idea, noi serviamo un’idea. Tra le ambizioni personali e quelle collettive noi scegliamo il collettivo. Per sostituire una volta per tutte la parola “io” con la parola “noi”. Abbiamo studiato, facendo il nostro dovere verso noi stessi e le nostre famiglie, abbiamo fatto l’Erasmus contaminandoci con i nostri coetanei di tutta Europa e spesso parliamo più di una lingua straniera.
Siamo una generazione di meridionali che non si rassegna, che crede che questa parte del mondo abbia oggi una nuova e diversa chanche di crescita. Siamo la generazione dei “bollenti spiriti”, del rinnovato gusto per l’iniziativa personale e creativa. Abbiamo dei valori profondi e un’etica personale integra che non ammette sconti. Ma non chiedeteci di dare solo i volantini e organizzare la claque dei leader. Non ne siamo capaci. Non chiedeteci di tacere di fronte al rischio di vedere i nostri valori travolti in cambio della “dittatura del consenso”. Ci opporremo. La democrazia è innanzitutto rendere conto quotidianamente del consenso, non brandirlo come una clava che tutto consente e tutto tollera. Perché da qui alle curvature autoritarie, il passo è davvero breve.
L’organizzazione giovanile del Pd è pronta a fare la sua parte con responsabilità, per costruire un partito dove nuovi messaggi e nuove personalità emergano. Per andare oltre questo Pd ed approdare finalmente al Partito democratico. Un partito vero, che sia innanzitutto una comunità solidale e dialogante con la società italiana e non la mera sommatoria delle correnti né il giocattolo di questo o quel leader. Non è più il tempo delle tattiche. È venuto il tempo del futuro.
Angelo Petrosillo
Segretario Regionale Giovani democratici Puglia