Barimarathon 2010, terzo posto per Vito Sardella: Le sue dichiarazioni

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“C’erano tutte le condizioni ideali per fare un’ottima maratona” esordisce Sardella, “ho avvertito dal primo metro di gara che oggi avrei corso bene. Certo, è stata una sorpresa vedere in gara due atleti keniani e un marocchino qui a Bari quindi, sebbene le mie condizioni fisiche fossero perfette, nonostante l’aver concluso un’altra maratona appena un mese fa a Venezia dov’ero giunto 15° assoluto e 5° degli italiani, oggi dovevo correre forte ma soprattutto con intelligenza tattica.

 

Infatti, già dal 1° km la prima scossa di gara da parte del keniano Kipkering ed il maracchino El Barouki, dietro il terzetto composto da Sardella, Minerva e l’altro keniano Biwott.

A metà gara il primo colpo di scena, Sardella aumenta l’andatura ed il primo a cedere è il keniano Biwott successivamente al 23° km, è il turno di Minerva.

Sardella rimane solo mentre la coppia di testa è ad un km più avanti. Al giro di boa di San Giorgio, a quasi 30 km di gara, inizia una rimonta di Sardella che lo porta al 39° km a quasi 50mt di svantaggio rispetto la coppia di testa composta sempre dai due africani.

 

(continua)


A questo punto Sardella tenta l’impossibile, un allungo poderoso ma i due africani vedendosi a ridosso dell’atleta di casa, rispondono anch’essi con una volata. A quel punto non c’è più niente da fare Vito controlla la posizione mentre d’avanti si giocano la volata finale tra il marocchino El Barouki ed il keniano Kipkering. Vince quest’ultimo con 2h21’20” seguito dal marocchino in 2h21’43” ed il nostro atleta di casa Sardella in 2h22’45”.

A conclusione di gara Vito si ritiene abbastanza soddisfatto del crono un po’ meno per la posizione di classifica! “Ormai siamo invasi da atleti africani” sopraggiunge Vito, “non abbiamo più un’identità”, Vengono a gareggiare anche per pochi centesimi di gara! A noi atleti italiani c’è rimasta solo la passione per la corsa ma se vogliamo correre ad alti livelli, un riconoscimento economico almeno per i sacrifici che facciamo lo vogliamo”.

A questa affermazione di Sardella, trova riscontro nel fatto che diversi organizzatori di eventi agonistici, a fronte di una più elevata partecipazione dei media e quindi di sponsor, consentono, ma è la FIDAL che lo prevede, la partecipazione di atleti stranieri. Ma fanno sempre orecchie da mercante quando devono applicare le normative federali che prevedono, in tal caso, il montepremi per soli atleti italiani.