Amopuglia Monopoli sempre prima. Coach Cazzorla denuncia: “Impossibile lavorare in quella palestra”

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Nella ottava giornata del girone di ritorno del campionato di serie D girone B, l’AMOPUGLIA Basket Monopoli batte la Pallacanestro Lecce per 68-45 e resta virtualmente al comando insieme al Fasano, corsaro a Cisternino nel big – match di giornata.

Gara che l’AMOPUGLIA ha iniziato con la giusta mentalità, chiudendola virtualmente già all’intervallo lungo (40 – 19). In seguito, il confronto si è molto impoverito tecnicamente, a causa dell’ingiustificato aumento di contatti fisici in ogni zona del campo, con la coppia arbitrale che ha deciso di adottare un metro pericoloso per gli atleti e penalizzante per lo spettacolo, divenuto davvero modesto.

Primo posto virtuale dunque ancora conservato a 7 turni dal termine ed alla vigilia dell’ennesima trasferta insidiosa, a Maglie contro una squadra che staziona a ridosso della zona play – off e vanta buone individualità ed una ottima guida tecnica. Malgrado il buon momento della sua squadra, coach Massimo Cazzorla nel dopo – gara è apparso scuro in volto e particolarmente amareggiato per le condizioni in cui la sua squadra è costretta ad allenarsi ed a disputare le sue gare interne: “Devo fare un plauso a tutti i miei ragazzi perché non si lamentano mai e sin da agosto stanno sopportando una situazione logistica difficilissima.

(continua)

Allenarsi e giocare all’Ipsiam è diventato semplicemente indecoroso, per noi e per la città di Monopoli, che ospita i nostri avversari in un impianto che al momento risulta assolutamente inidoneo alla pratica sportiva agonistica. Avevo ricevuto ogni tipo di assicurazione dalla società prima di impegnarmi nuovamente ad allenare qui, ma non è stato possibile far nulla, anche perché sembra che a tutt’oggi non vi sia neppure una Convenzione che regolamenti l’utilizzo della palestra da parte dell’Action Now! e della Vis. Non vedo alcun rispetto per noi, che pure stiamo cercando di rilanciare il basket a Monopoli dopo la rinuncia ai campionati nazionali da parte della Fortitudo la scorsa estate. Siamo in testa dalla prima giornata, abbiamo davanti un finale impegnativo e nessuno di noi vuole mollare o peggio cercare alibi preventivi. Però occorre dire che è non è giusto programmare un certo tipo di lavoro e sistematicamente non poterlo portare avanti perché il parquet è allagato dall’acqua piovana oppure è così sudicio da risultare scivolosissimo e mettere a rischio di infortuni i miei atleti, che pesano dai 90 kg. in su e quando si muovono hanno bisogno di appoggi sicuri. I primi 30 minuti di lavoro, quando si può svolgere!, devo dedicarli sistematicamente ad un’attivazione lenta ed attenta, poiché la temperatura interna della Palestra da dicembre a marzo è insopportabilmente bassa e, una volta che i ragazzi si sono riscaldati, bisogna stare attenti a non fermarli per più di qualche secondo se li si vuole portare regolarmente in campo alla domenica. Questo per non dire delle luci danneggiate ed insufficienti, dei continui furti di materiale sportivo e sanitario e degli atti di vandalismo da cui siamo bersagliati da mesi. Io sono solo un allenatore, ma devo supplire alla mancanza di un custode e spesso fare il lavoro di un’impresa di pulizie, come oggi pomeriggio prima della gara. Così non si va da nessuna parte! Sento in queste settimane parlare ancora di nuovo Palazzetto, ma se pure i lavori dovessero pure iniziare domani, quando sarebbe disponibile? Non credo prima di un paio d’anni, a tutto andar bene. E nel frattempo? Scusate, ma a me serve capire solo e subito cosa accade da qui a maggio (potremmo disputare i play – off) e per che cosa ci stiamo sforzando: se fossimo promossi, si pensa di poter continuare a giocare anche in serie C nelle stesse condizioni? E se sono in programma dei lavori, si faranno nei tempi giusti o ancora una volta si inizieranno a settembre, proprio quando avremo bisogno di ricominciare a lavorare in un ambiente più salubre e dignitoso?”. Uno sfogo amaro quanto ineccepibile, che riapre i consueti interrogativi sulla considerazione che lo sport “non calcio” ha ricevuto a Monopoli negli ultimi 30 anni.