Radar, lettera di un cittadino deluso al Sindaco Romani

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 Egregio signor sindaco,
notando, in questo periodo, una sua particolare propensione all’ascolto dei cittadini, ho deciso di condividere con lei una riflessione in merito alla questione Radar, se così possiamo definirla. Inizialmente avevo pensato di farlo tramite la piattaforma Facebook, ma ho desistito poiché, sul suo profilo, ho notato due cose: l’atteggiamento di intolleranza, da parte degli assidui frequentatori, nei confronti di chi esprime dissenso, e la sua non curanza di queste posizioni, comportamento contrario rispetto a quello che assume nei confronti degli elogi.

 
Probabilmente non ricorda, ma nel dicembre del 2010 lei fu invitato ad un'assemblea del Polo liceale di Monopoli. In quell'occasione promise a centinaia di studenti che il Radar sarebbe stato disponibile entro due anni e mezzo. Quel tempo è trascorso, ma la struttura non è ancora fruibile. In quell’occasione veniva richiesto a gran voce uno spazio, quale il Radar, al fine di far crescere culturalmente questa città. Ha mai provato a mettersi nei panni di chi, per godersi uno spettacolo teatrale, per non dire un’intera stagione, debba andare fuori Monopoli? Ha mai provato a mettersi nei panni dei ragazzi che coltivano la passione del teatro e che, per mettere in mostra il frutto del loro sudore e del loro sacrificio, debbano esibirsi lontano dalla città in cui vivono e si esercitano? Ha mai provato a pensare che uno spazio del genere possa fare di Monopoli il fulcro dell’attività culturale del sud-est barese? Ha mai provato a pensare che uno spazio tale possa dare la possibilità a tanti giovani di poter praticare attività culturali che possono solo far del bene alla crescita intellettuale ed etica del giovane cittadino e, di conseguenza, a quella di tutta la città?

(continua)

Purtroppo, caro sindaco, aveva a che fare con degli studenti dalla memoria lunga, che non dimenticano le promesse fatte loro. Personalmente ci avevo creduto davvero, perché la ritenevo capace. Non me lo sarei mai aspettato dal mio primo cittadino. A fronte di questa sua palese mancanza, le dico che mi sento profondamente deluso da lei e dalla sua amministrazione per averci preso in giro, per aver preso in giro centinaia di liceali, per aver preso in giro tutti gli studenti di questa città, per aver preso in giro la nostra generazione di monopolitani e per aver preso in giro l'intera cittadinanza.

Caro sindaco, ormai ex, questa dev'essere una lezione politica, ma soprattutto di vita: tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine. Si assuma tutte le responsabilità politiche di questa sua evidente inadempienza. La prego, però, di una cosa: non mi risponda ripetendomi le stesse menzogne di 30 mesi fa o sbandierandomi qualche documento insignificante, come ha già fatto in passato. I cittadini sono stanchi della cosiddetta "aria fritta". Invitandola a riflettere, a fare mea culpa e, magari, a scusarsi con tutti noi, le porgo i miei più sinceri e cordiali saluti.

Un giovane, da lei deluso, elettore.