Sversamenti a Cala Corvino, sviene un bagnante per l’Olezzo
Dalla Grotta delle Vergini continua a fuoriuscire una schiuma nera e maleodorante. Stamattina l’ultimo episodio.
II componenti del Comitato chiedono il sostegno delle istituzioni e maggiori risorse per andare a fondo del problema.
MONOPOLI – Continuano gli sversamenti di sostanze inquinanti nel tratto di mare di Cala Corvino. E non cala l’attenzione del Comitato Tutela Coste con il suo coordinatore Donato Cippone. E’ di questa mattina l’ultimo fenomeno che i componenti del comitato hanno voluto monitorare direttamente. Sulla spiaggia, nella zona nord di Monopoli, c’era anche un gruppo di cicloturisti del nord Italia. Uno di loro, un uomo di mezza età, ha deciso insieme a Cippone e ad altri di andare a verificare di persona e di raggiungere la Grotta delle Vergini, dalla quale sgorgano questi sversamenti, che si presentano sotto forma di una schiuma nera e male odorante. L’uomo, proprio a causa del forte olezzo, ha accusato un malore. Inizialmente avvertiva un bruciore alla gola, poi un forte giramento di testa che gli ha fatto perdere momentaneamente i sensi. Tra l’altro questa non è neanche la prima volta che si verificano episodi del genere e che chi si avvicina alla Grotta si sente male. I presenti hanno cercato di far riprendere l’uomo, aiutandolo con esercizi di respirazione. Per lui però sono state necessarie le cure dei sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giacomo. Cippone ha provveduto ad avvisare dell’accaduto il sindaco Emilio Romani che, con estrema disponibilità, ha fatto inviare sul posto i vigili urbani della sezione ambiente, guidati dal Maggiore Michele Palumbo. "Il problema però – commenta Cippone – ancora non è stato risolto e continua ad essere serio, compromettendo anche la stagione turistica delle strutture ricettive della zona". Il coordinatore del Comitato, oltre alla Guardia Costiera, prontamente giunta sul posto per le verifiche necessarie, ha provveduto a contattare anche l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale. "Sarebbe importante – spiega Cippone – che anche le motovedette della Guardia Costiera fossero dotate di materiale utile per effettuare subito i prelievi. Quando si chiama l’Arpa, quando questa arriva, ad andare bene passano ore e il fenomeno di inquinamento si è già ridimensionato. Tra l’altro – conclude – i tecnici dovrebbero dotarsi di fogli filtro, che non hanno, per effettuare i prelievi in superficie in maniera più precisa. Il problema è che non ci sono soldi per questi materiali. Il nostro appello va alla Procura perché vada a fondo nella ricerca delle causa di questo inquinamento, ma anche alle istituzioni e alla politica affinché nei loro bilanci destinino più risorse per la cura del territorio".
Ufficio Stampa del Comitato Tutela Coste