Lettera aperta di Coach Piero Millina ai monopolitani che hanno a cuore il Basket
San Marino, 5 giugno 2012 – Ho deciso di fare sentire il mio pensiero dopo l’ennesimo contatto avuto con tifosi e amici che mi domandavano notizie sul Progetto AP Monopoli, che esattamente un anno fa nasceva a Monopoli e che, stando a quelle voci, mi dovrebbe vedere ancora protagonista.
Chiariamo subito che in questo momento la mia partecipazione al Progetto può essere solo intesa come un aiuto di consulenza tecnica ed organizzativa, ma non di partecipazione diretta. Questo non tanto perché oggi io alleni in A Dilettanti a San Severo, cosa che per me è relativa, ma perché in questo momento non esistono i presupposti per un mio reale ritorno professionale a Monopoli. Naturalmente, non escludo affatto che in futuro si verifichino eventi che mi portino ad un secondo ritorno in quella che considero la mia seconda casa.
Sono voluto partire da questo concetto perché voglio con altrettanta chiarezza dire che il Progetto era stato studiato da Millina, ma che lo stesso Progetto non si chiamava e non si chiama Millina: il Progetto si chiamava e si deve chiamare "Monopoli per i Monopolitani", si rivolgeva a chiunque si sentisse orgoglioso di essere monopolitano e fosse pronto a fare tutto quello che è possibile per portare di nuovo in giro per l’Italia il nome della "nostra" terra, sia esso un ragazzino delle giovanili, un giocatore esperto della prima squadra, un dirigente o un semplice tifoso.
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Mi è stato chiesto spesso: "Ma quanti errori sono stati commessi in questa annata travagliata dai Dirigenti?". Intanto chiariamo che solo chi non fa non sbaglia e che è molto semplice stare al bar e aspettare che gli altri facciano per poi criticare. Sono stati commessi tanti errori, troppi probabilmente, da me per primo, dal CDA, dall’Allenatore, dai giocatori. Ma lasciatemi dire che molto di più ha sbagliato chi prima ha dato disponibilità economica e partecipativa e poi non si è mai presentato agli incontri a cui era invitato o non ha mantenuto fede agli impegni presi e oggi dice…che non aveva capito!
E’ vero, i miei rapporti con alcuni Dirigenti non sono stati positivi, ed è per questo che avevo già deciso di andar via prima dell’offerta da parte di San Severo. Malgrado questo, devo dire a tutti gli sportivi, per onestà intellettuale, che anche quei Dirigenti con cui sono stato in disaccordo hanno lavorato, e pure tanto. Poi, che si potesse fare meglio per me è altrettanto scontato: ma guai a vedere solo nel CDA la responsabilità di questa annata non entusiasmante!
Questo vorrei fosse chiaro a tutti, nessuno escluso; così come deve essere chiaro che se è vero che la stagione agonistica poteva essere migliore, da un punto di vista utilitaristico, mantenendo il titolo di DNC, è come se l’AP avesse vinto il suo primo campionato. Quindi è da lì che si deve ripartire, migliorando le scelte, facendo tesoro degli errori commessi e portando avanti i programmi che verranno stabiliti con serietà e coerenza.
Altra domanda molto gettonata: "Se tornassi indietro, rifaresti quello che hai fatto un anno fa?".
Se parliamo dell’idea, del Progetto, manterrei intatti i postulati e gli obiettivi che ci eravamo dati. Dal punto di vista della realizzazione pratica, invece, probabilmente l’80% di ciò che è stato fatto lo farei in maniera totalmente opposta. Ma, al di là di queste considerazioni, ciò che importa veramente è che l’idea abbia avuto un seguito e che adesso tutti abbiano preso consapevolezza che ci sono le possibilità per fare le cose bene.
Dovremo tutti prendere esempio dagli Under 14… Erano considerati il gruppo più brutto, il più scarso, il meno dotato, tanti Calimeri: oggi sono campioni provinciali, i migliori tra 27 squadre, e lo sono diventati lottando contro tutto e tutti, ci hanno creduto, hanno creduto che la fatica paga, hanno pianto quando sono andato via ma mi hanno ancora creduto e si sono messi in mano a Vivi Licciulli per continuare a lottare, giocare e divertirsi e vincere.
Il Progetto era ed è per loro, non per me o per voi… Era ed è per i vostri figli, che ieri mi hanno fatto sentire orgoglioso di essere parte di un sogno che non è utopia.
Per ultima ho tenuto la domanda fattami da tutti quelli con cui ho dialogato: "Ma come si può ripartire?". Secondo me è facile, basta dar seguito a poche idee, di buon senso e semplice realizzazione: recuperare ad un ruolo prioritario chi ha le giuste competenze; recuperare tutta la gente realmente disponibile e seria, che a Monopoli c’è e che ha voglia di rimettersi in gioco e di imparare la difficile arte del Dirigente sportivo; fare tesoro delle esperienze negative di quest’anno; avere l’entusiasmo che obbligatoriamente deve avere chi vuole portare avanti un’idea, un sogno che dovrà essere vivo fino a che a Monopoli ci saranno bambini che vorranno correre dietro ad una palla.
Per concludere vorrei dire un’ultima cosa: poco più di un anno fa ho perso ed abbiamo perso un Amico ed un Uomo come pochi ne ho incontrati nella mia vita. Probabilmente sull’onda emotiva di quella scomparsa tanta gente ha partecipato al Progetto per poi, scemata l’emozione, defilarsi. Facciamo in modo che da lassù Doctor V sia orgoglioso di noi, così come noi siamo sempre stati orgogliosi di Lui, in campo e fuori.
Un abbraccio a tutti e come sempre
"Forza Monopoli!"
Piero Millina