Sigilli a ditta di Antifurti, l’esposto partito dal Comitato Tutela Coste
Smaltiva le acque industriali direttamente nei terreni. Gravi violazioni ambientali che inquinavano la falda e la costa di Cala Corvino.
Cippone: "Più risorse da parte degli enti locali nei propri bilanci per prevedere maggiori controlli sul territorio"
MONOPOLI – Metalli pesanti, trielina, oli esausti, scarti ferrosi, imballaggi plastici, stracci intrisi di olii e solventi. Tutto questo finiva nei terreni circostanti, nella zona Nord di Monopoli, caratterizzata dalla presenza di ulivi secolari e di una costa molto bella. Il blitz di ieri dei Carabinieri del Noe ha evidenziato questa situazione portando al sequestro di una nota fabbrica di antifurti che non si era mai dotata di un idoneo impianto di trattamento per il disoleamento delle acque meteoriche, così come prevede la normativa nelle zone prive di rete fognaria e idrica. Un sequestro preventivo delle aree della società avvenuto in collaborazione con i colleghi della compagnia di Monopoli, e su disposizione della Procura di Bari.
L’inchiesta della Procura di Bari è nata in seguito ad un esposto del Comitato Tutela Coste di Cala Corvino che ha come coordinatore Donato Cippone. Il Comitato, molto attento alle questioni ambientali, aveva segnalato gravi violazioni che avrebbero potuto provocare l’inquinamento della falda acquifera e della costa.
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Il precedente estivo, gli sversamenti e la mozione- Come si ricorderà, da luglio lo specchio acqueo antistante la Grotta delle Vergini in quella zona costiera è diventato nero, con fuoriuscita di una sostanza maleodorante e oleosa, capace di macchiare la pelle come fosse inchiostro. I componenti del Comitato si sono interessati al problema e hanno richiesto controlli accurati per svelare l’origine del fenomeno. Ad interessarsi sono stati chiamati anche i tecnici dell’Arpa. Ma le prime analisi sono state effettuate su campioni prelevati da componenti del Comitato e fatte analizzate a proprie spese dall’ "Allkema engineering srl" di Modugno. I dati emersi sono apparsi subito preoccupanti: l’acqua di mare è risultata contaminata dalla presenza di metalli pesanti, di streptococchi fecali ed eschirichia coli in concentrazioni elevate. Il comitato si era anche mosso nella redazione di una mozione urgente approvata dal consiglio comunale in cui si impegnavano il sindaco e la giunta ad assumere immediatamente ogni e qualsivoglia iniziativa al fine di approfondire ulteriormente l’anomalo fenomeno verificatosi in quel tratto di scogliera.
Più controlli e più risorse in bilancio- "La vera emergenza – dichiara Cippone – è il controllo del territorio. E’ importante che vengano destinate risorse finanziarie e che si aumentino le unità addette al monitoraggio per fronteggiare i tanti reati ambientali compiuti da veri e propri criminali senza scrupoli. Queste somme dovrebbero essere previste già in fase di redazione dei bilanci di previsione". L’appello del coordinatore è rivolto alla Regione Puglia, al Governo e agli enti locali. "Un plauso – conclude Cippone– va agli inquirenti ed in particolare all’instancabile attività svolta dai Carabinieri del nucleo Noe di Bari per le complicate indagini portate avanti per poi arrivare a questo significativo risultato".
Ufficio Stampa Comitato Tutela Coste