Comunicato di Rifondazione Comunista Monopoli sulle Strutture precarie e sviluppo turistico

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COME HA FATTO IL NOSTRO COMUNE A DIMENTICARSI DELLA PROGRAMMAZIONE DELLO SVILUPPO COSTIERO?

"Il paradosso non è lo smontaggio ma il fatto che, laddove vi siano forzature, il rispetto della legge venga fatto osservare con diversi anni di ritardo"

Alla fine i nodi vengono al pettine. Quando, correva l’anno 2006, denunciammo con forza le problematiche relative alla nostra costa, i rischi che si correvano in caso di inefficace regolamentazione e, contemporaneamente, sostenevamo il sacrosanto diritto dei cittadini di poter andare a mare liberamente, non lo facevamo a sproposito.

Di lì a poco sono arrivati Leggi e Regolamenti regionali e, ora che il Piano Regionale delle Coste ha visto la sua complessa nascita, sono scattati anche i controlli voluti dalla Soprintendenza.

Nulla di imprevedibile, si è seguito un percorso che si sapeva sarebbe avviato, prima o poi, verso la conclusione.

Premessa fondamentale: non siamo mai stati contro gli imprenditori balneari. Riteniamo fondamentale il loro ruolo nello sviluppo della nostra economia, ancora di più in un momento di crisi. Al contrario, nel corso di questi anni, essi sono stati lasciati volutamente soli dall’Amministrazione, nella speranza che il percorso citato non vedesse mai la fine.

(continua)

La mancanza di controlli e, ancor di più, di una regolamentazione efficace, volutamente dimenticata nel PUG e abbandonata nel corso di questi anni, li lascia soli nell’affrontare una questione ora delicatissima.

Ma, se in accordo con le disposizioni di legge già vigenti, fosse stato loro chiesto di smontare a ottobre di ogni anno o, almeno di evitare di spendere somme di denaro in strutture via via più complicate da rimuovere, non sarebbe stato meglio? Non sarebbe stato meglio fare politica e affrontare le leggi invece di rimanere in silenzio?

Riteniamo folle l’idea di modificare la destinazione del demanio marittimo, non mantenendola un’invariante strutturale, permettendo in questo modo l’installazione fissa di strutture leggere per i servizi turistici. E’ un’idea che non ci è mai piaciuta e che, infatti, non è stata mai supportata dalla sensibilità politica regionale (e non solo) di questi ultimi anni.

Inoltre, il Comune di Monopoli, in sede di approvazione del PUG, non ha previsto questa possibilità (anche perché la Regione l’avrebbe respinta immediatamente) ma, ed è questa la grande responsabilità, ha taciuto sui rischi di questa situazione fino all’inevitabile scoppio della bomba.

La paralisi dell’amministrazione Romani di questi ultimi mesi non ha fatto che aggravare la situazione. Il dirigente D’Onghia, nel pieno rispetto della legge e in assenza di qualunque dinamica politica, ha emesso sacrosante ordinanze di rimozione.

A rigor di legge, le strutture citate nelle ordinanze dovevano essere rimosse e non lo sono state. Il Comune sapeva che, prima o poi, questo sarebbe successo. Il male italico di sorvolare su leggi e regolamenti produce danni. E ci perdonerete… se diciamo che siamo contenti se un’istituzione si sveglia e fa applicare una legge.

Gli operatori balneari ora preparano ricorsi e chiedono supporto. L’obiettivo è ottenere una sospensiva che permetterebbe loro di non smontare in vista dell’imminente stagione balneare.

E’ vero… smontare ora avrebbe poco senso. Ma è legge, e non sappiamo se con gli strumenti legali (e politici) a disposizione riusciranno a evitarlo.

Il comune di Monopoli, a causa di un’amministrazione che fa dell’improvvisazione e della deregolamentazione le proprie principali armi politiche, arriva per l’ennesima volta impreparata ad affrontare un nodo strutturale: cosa sarà del nostro sviluppo turistico balneare.

Il punto non è solo a quali tecnici affidare il Piano Comunale delle Coste, ma cosa prevedere e come collegarlo agli strumenti urbanistici. Chiediamo di aprire un tavolo per capire cosa fare della nostra splendida costa, immaginando sì delle soluzioni tampone per quest’anno, ma anche soluzioni durature per i prossimi anni. Nel rispetto di chi lavora e chiede di farlo nel rispetto delle norme. Ma anche a garanzia del cittadino, che chiede chiarezza su cosa è a norma e cosa non lo è… perché in questi anni non gli sono stati dati gli strumenti per capirlo!

Siamo sempre stati a favore dello smontaggio, e lo abbiamo sempre detto. Se si fosse operato con maggiore chiarezza, forse a questo punto i danni sarebbero stati minori perché gli imprenditori avrebbero investito in maniera diversa. Lasciar fare, in presenza di diversi livelli di regolamentazione, è spesso la scelta peggiore.

Anche guidare lo sviluppo di un territorio significa fare politica, anzi… ne è l’essenza fondamentale.

Ma dove è finita la giunta Romani? I nodi, quando vengono al pettine… fanno male.

Per il circolo di Monopoli del Partito della Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra
Aldo Sammarelli