USA, BOOM NOTIZIARI WEB A PAUSA PRANZO

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USA, BOOM NOTIZIARI WEB A PAUSA PRANZO

NEW YORK – Mentre addenta il classico 'Blt' (Bacon Lettuce Tomato), il panino tondo con pancetta, insalata e pomodoro durante la pausa pranza di mezzogiorno, il lavoratore americano si sintonizza sempre più sul web e segue in streaming un notiziario, su siti specializzati come quello della Cnn, o anche quelli meno conosciuti di analisi politica o di cronaca locale. Come scrive con ampio rilievo il New York Times, la nuova frontiera dell'informazione passa per internet (sempre più preferito alla tv) ed il nuovo 'prime time', cioé la fascia di maggiore ascolto preferita dai pubblicitari è intorno a mezzogiorno, ora alla quale la maggior parte degli americani si ferma per la pausa pranzo. Vanno ovviamente alla grande siti come quello di YouTube, dove è possibile visionare filmati di tutti i tipi, e sono diverse le piccole tv locali che stanno sviluppando programmi ad hoc per il popolo del 'video snacking', come viene chiamato il nuovo fenomeno, cioé il video spuntino.

Non mancano le prime sponsorizzazioni: il segmento quotidiano proposto da Yahoo! con i migliori filmati del giorno viene finanziato dalla Pepsi, ed è puntualmente pronto ogni giorno a mezzogiorno. Emblematico è il caso di Rob Millis e Will Coghln, che da un appartamento del Greenwich Village, a Manhattan, producono in uno studio improvvisato un segmento webcast di tre minuti dedicato alla politica ed intitolato 'Political Lunch', cioé pranzo politico. Emblematica è anche la durata della trasmissione, cioé un minimo di tre minuti, che non è poco per un filmato in piccolo formato su internet, con una qualità di immagine ancora relativamente scadente. Per la pausa pranzo, i filmati devono essere relativamente lunghi, infatti: è difficile maneggiare il mouse mentre si addenta il panino, perché occorrono tutte e due le mani per evitare che pancetta o pomodori finiscano per terra. Il 'video snacking' preoccupa però i datori di lavoro, che temono dipendenti distratti o pause pranzo troppo lunghe. Spiega al Nyt Miguel Monteverde, direttore esecutivo di AOL Video: "la produttività della nostra nazione viene rimessa in questione".