Il Polo Liceale “Galileo Galiei” di Monopoli a Teatro, a Bari

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 Quando la poesia si fa teatro e il teatro diventa poesia, anche il Polo Liceale “Galileo Galilei” di Monopoli entra in gioco. Martedì 15 novembre, gli alunni della classi V A Ginnasio e II A Linguistico dell’Istituto G. Galilei di Monopoli, accompagnati dalle docenti Angela Di Bello e Marie Lacote, hanno avuto l’opportunità di fare una lezione di poesia in teatro. Nell’ambito dell’approfondimento di tale argomento caratterizzante del programma del secondo anno degli studi liceali, gli alunni hanno potuto assistere alla frizzante e scanzonata rappresentazione “Io fo buchi nella sabbia”, di Enrico Vaime e Massimo Bagliani, presso il teatro Royal di Bari.

In realtà si è trattato di un viaggio nel mondo della letteratura e della poesia attraverso le forme di un leggero e disincantato cabaret poetico, in cui il  bravo attore Massimo Bagliani, accompagnato da Isabella Robotti, ha guidato i ragazzi del Liceo di Monopoli in un affascinante viaggio che si è snodato attraverso testi poetici di diversi autori, da Dante e Petrarca a Ungaretti e Palazzeschi, da Neruda a Fosco Maraini, a Prevert, da Gregory Corso a Fabrizio De Andrè.

I ragazzi si sono divertiti a collaborare con l’attore rispondendo, con i versi propedeuticamente memorizzati, alle filastrocche recitate, ritmando le canzoni con il battito delle loro mani, “interpretando” aggettivi  e suoni onomatopeici suggeriti dal protagonista e infine anche cantando gli stornelli intonati da Bagliani. Gli insegnanti hanno ritenuto opportuno consentire ai ragazzi di assistere all’interessante connubio tra due discipline sublimi quali la poesia e il teatro. L’associazione Eventi Culturali di Genova, organizzatrice dell’iniziativa, si è fatta promotrice, attraverso le parole dell’abile menestrello Bagliani, del messaggio importante che intendono essi stessi trasmettere agli alunni: la poesia è un’arte che non accetta definizioni – “Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe” diceva il grande Eugenio Montale -, che non si ingabbia con etichette preconfezionate, è un’arte destinata a un pubblico dall’animo nobile, capace di lasciarsi emozionare dal potere misterioso e sacro della parola letta, recitata o semplicemente cantata.