Il Crocifisso non si tocca

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Gentile Direttore,
vorrei sottoporre all’attenzione di tutti un tema tornato recentemente di forte attualità e da me profondamente sentito, non solo in quanto cattolico praticante ma soprattutto in quanto cittadino italiano: il crocifisso nei luoghi pubblici. In seguito alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che così recitava: “l’esposizione del crocifisso in classe è contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e con il diritto dei bambini alla libertà di religione” ho presentato alla seduta del Consiglio Comunale del giorno 13/01/2010 una risoluzione dal titolo “Il crocifisso non si tocca”. Io insieme agli amici della Puglia Prima di Tutto abbiamo raccolto 700 firme in meno di tre ore, partendo dal presupposto che la presenza del crocifisso in classe non significa solo adesione e condivisione al cattolicesimo, ma  è un simbolo della nostra tradizione, storia, civiltà e dell’identità italiana; il crocifisso inoltre è l’emblema dell’amore, della sofferenza e anche del desiderio di giustizia e di riscatto dell’umanità sofferente; un simbolo universale in cui tutti possono riconoscersi alla stregua del tricolore. Non è togliendo il crocifisso dalle scuole e dai luoghi pubblici che il nostro paese farà un passo avanti verso la laicità delle istituzioni. Per tutte queste ragioni ho sostenuto l’idea di fare del crocifisso un simbolo che vada oltre i più immediati riferimenti religiosi e che rappresenti i valori fondamentali della nostra comunità nazionale perfettamente compresi nel dettato costituzionale e che la libertà di praticare e professare le diverse confessioni religiose è ampiamente garantito dalla nostra Costituzione. Non riesco a comprendere come la Corte Europea, simbolo di unità tra gli stati, possa mettere in discussione un simbolo carico di significati di unità, fratellanza e amore tra le genti. Credo, inoltre, che in nome del neutralismo religioso e di un falso ateismo laicista, si stia cercando di spacciare per modernità l’insignificanza delle memorie e delle tradizioni, nessuno potrà mai togliere dalle pareti, dalle menti ma soprattutto dal cuore la croce di Cristo, perché nessuna civiltà ha potuto, né potrà mai vantare un’offerta d’amore tanto grande. Vorrei che anche i miei colleghi amministratori mi sostengano in questa difesa delle tradizioni e non venga sottaciuta una richiesta proveniente da  più parti e  l’invito del Santo Pontefice a difendere a voce alta quei valori religiosi che oggi sempre più spesso vengono calpestati.
Il Consigliere Comunale ROCCO SANTOSTASI