LA REPLICA DELL’ONOREVOLE ZAZZERA AL SOTTOSEGRETARIO PIZZA

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PRESIDENTE. L'onorevole Zazzera ha facoltà di replicare.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, ovviamente non sono soddisfatto della risposta del sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca, pur manifestando ovviamente la mia stima e il mio apprezzamento per l'onorevole Pizza. Ma su un tema così delicato che riguarda la salute del territorio e quella dei cittadini e in merito ad aspetti che vengono confermati passo passo dalla risposta del Governo mi sarei aspettato la presenza del Ministero competente. È come se un paziente rivolgesse il suo consulto medico ad un ingegnere. Probabilmente ciò non favorirà i cittadini che in quel territorio stanno vivendo con grande disagio quanto sta accadendo. Ella, onorevole Pizza, mi ha riferito quello che non dipende certamente dalla sua volontà, ma che certamente le ha scritto il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; siccome parliamo di multinazionali del petrolio, di un pezzo importante del nostro territorio, che fa del turismo e dell'economia pulita, delle energie rinnovabili un esempio in Italia e forse in Europa, credo che occorra una riflessione sui motivi per i quali ben diciannove richieste di prospezioni sismiche da parte di tali multinazionali (non solo inglesi come la Northern Petroleum, ma anche altre) stanno riguardando l'Adriatico e una parte del territorio italiano tra i più belli e i più da preservare.
Allora, le descrivo il sentimento dei pugliesi in questo momento. Signor sottosegretario, la mia regione, la Puglia, è una delle più inquinate d'Italia per emissioni di
 – Pag. 81 – sostanze tossiche nell'aria. Nella mia regione, la Puglia, si muore di tumore ai polmoni, alla vescica, di leucemia per l'emissione di diossina, amianto e polveri sottili. In Puglia si sono ricoverati per tumore, dal 2001 al 2005, 313.718 persone e dal 2006 i ricoveri ogni anno sono di 60 mila persone. Dal 1998 al 2004 sono morti 62.205 pazienti e il tasso di mortalità è passato da 2,13 ogni 10 mila abitanti nel 1998 a 23,2 ogni 10 mila nel 2004.
Nella mia regione, la Puglia, c'è Taranto dove viene emesso nell'aria il 92 per cento di diossina e furani prodotti in Italia, il 57,2 per cento del mercurio nell'aria, il 34,3 per cento del mercurio nell'acqua e il 95,8 per cento di idrocarburi policiclici aromatici. Lei sa che la diossina è cancerogena. Nella mia ragione, la Puglia, c'è l'ILVA, un'azienda che ha portato certamente lavoro, ma anche tanta morte e malattia; un mostro industriale che ha violato continuamente la legge, violentato il territorio e contaminato la salute dei cittadini.
Nella mia regione, la Puglia, un bambino tarantino di tredici anni può morire per un tumore alla gola come se fumasse da settanta anni.
Nella mia regione c'è, a Brindisi, l'ENEL dove 12 milioni di tonnellate di carbone vengono portati su nastri trasportatori non protetti. Nella mia regione avete deciso di installare il rigassificatore. Nella mia regione, la Puglia, c'è la raffineria dell'ENI che oggi ha chiesto e ottenuto il raddoppio. Nella mia regione, la Puglia, ci sono centrali a biomassa, inceneritori, a Modugno una centrale turbogas. Nella mia regione, la Puglia, ci sono discariche tra gli ulivi secolari sopra un sito archeologico neolitico a Grottelline e persino su una fonte di acqua potabile, come a Corigliano d'Otranto.
Nella mia regione, la Puglia, il vostro Governo ha deciso di impiantare centrali nucleari. Nella mia regione, la Puglia, la Copersalento ha bruciato a Maglie rifiuti e contaminato con la diossina tutto, anche l'anima delle persone, e nessuno ha controllato nulla. Nella mia regione, la Puglia, sette capodogli possono morire spiaggiati di fronte al Gargano e lo fanno perché – dicono – hanno ingoiato buste di plastica scambiate per calamari. Sembra una barzelletta, sottosegretario, ma non è così.
Sempre nella mia regione, la Puglia, il vostro Ministero il 15 ottobre del 2009 ha dato parere favorevole alla richiesta della Northern Petroleum, una multinazionale inglese di fare prospezioni sismiche per ricercare idrocarburi, cioè petrolio, nel Mare Adriatico. Il permesso di ricerca di cui parliamo è il d 149 D.R.-N.P, il primo in cui casualmente ci siamo imbattuti e poi, come una valanga, abbiamo scoperto altri diciotto permessi di ricerca di idrocarburi concessi tra il Mare Adriatico (sette) e il Mar Ionio (dodici), tra le Tremiti e il Mar Ionio. A questo punto sono andato a cercare sul sito del Ministero dello sviluppo economico, quello di Scajola, le centrali nucleari, ho cliccato sulla pagina dell'unità mineraria e mi sono accorto che avete deciso di «petrolizzare» quel pezzo di Adriatico, di trasformarlo in una sorta di Kuwait galleggiante, di avviare una massiccia campagna di prospezioni sismiche e ricerche di idrocarburi per eventualmente metterci su una serie di piattaforme petrolifere perché il rischio è questo: è vero che oggi non c'è materialmente questa possibilità ma con i tempi delle procedure in cinque anni questo sarà possibile. Magari, siccome ci sono le piattaforme petrolifere, quel petrolio da qualche parte dovrà essere stoccato e raffinato e, quindi, siccome su questo non mi ha risposto, credo che non possa neppure escludere che, presenti le piattaforme petrolifere, ci possa essere domani su quelle coste anche una raffineria.
D'altronde in Abruzzo questo è già successo, basta vedere la raffineria dell'API a Falconara Marittima. Sono diciannove i titoli minerari, che sembra una definizione innocua, un titolo per collezionare pietre e invece no, parliamo della più grande colonizzazione petrolifera del tratto di mare ancora libero dagli interessi delle multinazionali. Infatti, nel basso Adriatico stanno arrivando come avvoltoi, mica solo la Northern Petroleum, sottosegretario,
 – Pag. 82 – ci sono anche la Petroceltic irlandese, l'ENI, la Nautical Petroleum della Transunion Italia e c'è la Shell.
Certo, parliamo ancora di titoli minerari ovvero di acquisizioni di un titolo in quell'area: la multinazionale ci può fare anche ricerche, si dice. Queste ricerche sono le prospezioni ovvero la mappatura del fondale marino che tuttavia non è indenne da impatto ambientale, voglio ricordare. E voglio ricordare lo spiaggiamento dei capodogli tra le cui cause, più che le buste scambiate per calamari, ci potrebbero essere proprio i sonar dei cosiddetti air gun: loro sparano cannonate ad aria compressa e le onde sonore, gli ultrasuoni possono determinare il disorientamento dei cetacei. Questo passaggio, pur con un impatto ambientale non di poco conto, è passato nel silenzio dell'autorità e dei cittadini.
Quello che racconto oggi è che il Governo del mio Paese concede titoli minerari, autorizza con pareri del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare l'avvio di prospezioni sismiche ed il territorio non ne sa nulla, i cittadini sono all'oscuro.
Apprendo oggi che almeno sappiamo che il 2 novembre, credo, è stato comunicato alla regione che il vostro ed il nostro territorio era interessato da queste situazioni. Ne è all'oscuro perfino l'amministrazione comunale, che ovviamente non è interessata dal procedimento autorizzativo, ma io credo che quando si interviene in vicende così importanti più informazione si fa più si coinvolgono e si rendono partecipi di processi così delicati gli enti locali, gli enti territoriali.
Di fronte alla costa di Monopoli, nel tratto tra Mola di Bari e Ostuni, vi sono ben sei prospezioni, tutte l'una accanto all'altra, anche questo vorrei che si considerasse, per un'estensione ciascuna di 750 chilometri quadrati. Se il signor sottosegretario moltiplica per 6, ottiene una superficie immensa, dove potranno fare quello che vogliono.
Insomma, domani di fronte alla Puglia vi potrebbero essere decine di piattaforme petrolifere, una sorta di Nigeria in miniatura, e multinazionali del petrolio che fanno affari all'insaputa di tutti noi. Non so se la Northern Petroleum ha violato la normativa autorizzativa, anche questo sarà oggetto di un ricorso al TAR, che hanno presentato la regione e i cittadini pugliesi. Ma le sembra normale dover informare i pugliesi attraverso un giornale che viene distribuito e scritto in Lombardia e che in Puglia non trova alcuna diffusione? Le sembra normale che si dia a Il Giorno il compito di informare, sapendo che perfino la federazione nazionale della stampa non lo considera un giornale di portata nazionale? Sarebbe stato sufficiente pubblicare quella comunicazione su La Gazzetta del Mezzogiorno, che è il giornale più letto nella nostra regione.
La multinazionale inglese Northern Petroleum arriva in Italia con i tappeti rossi, paga poche tasse. Lo dicono loro nella consulenza: paga pochissime tasse e cede bassissime royalties, perché il vostro è un Governo che ha deciso di non aumentare quelle royalties, che nel mare sono appena del 3 per cento per le piattaforme petrolifere.
Insomma, questa è la volontà omicida che intende distruggere una delle parti più di pregio ambientale. È talmente folle che è incomprensibile, perché ha concesso titoli minerari davanti alle Tremiti, davanti perfino ad Otranto. La Petroceltic, società irlandese, dice che l'Italia è un buon posto dove fare business: le condizioni fiscali sono favorevoli, i costi di estrazione bassi, non vi sono rischi politici, le infrastrutture sono sviluppate, la competizione è limitata ed i produttori possono beneficiare di prezzi elevati per quanto riguarda olio e gas. Questa come la chiama, signor sottosegretario? Non è colonizzazione economica del nostro territorio?
Alcune di queste autorizzazioni – che non sono citate nell'interpellanza urgente, ma gliele dico tanto perché si informi – la D60, la D61, la D65, la D66 sono tutte in un'area ristretta. La D71 e la D72 si trovano di fronte ad una delle parti più belle della Puglia, a poche miglia da Otranto, a poche miglia da Melendugno, zone
 – Pag. 83 – assaltate dal turismo. Qualcuno mi vuole spiegare come si può conciliare la bellezza delle coste salentine con le piattaforme petrolifere?
Queste autorizzazioni spuntano come funghi e forse ne spunteranno altre, signor sottosegretario. Il Governo infatti, invece di venire incontro alle esigenze ambientali, invece di sentire le opinioni dei cittadini e delle istituzioni locali – quel federalismo che a chiacchiere invocate – se ne infischia.
Avete fatto approvare una legge – lo voglio ricordare: è la legge n. 99 del 2009 – in cui riducete perfino i tempi autorizzativi, che è uno dei problemi, perché un conto è dare i titoli minerari, un conto è fare le prospezioni sismiche.
Oggi, invece, chi entra in possesso dei titoli minerari può già eseguire le prospezioni sismiche, certamente, facilitando non gli interessi del territorio, non gli interessi di chi ci vive, ma solo gli interessi delle multinazionali petrolifere. Tali concessioni, di fatto, non sono più titoli minerari. Non solo.
Signor sottosegretario, le ricordo, che è vero che la regione Puglia è stata informata con missiva da parte dell'ufficio tecnico per la valutazione di impatto ambientale (VIA), ma bisogna dirla tutta. Nel comitato tecnico VIA del Ministero dell'ambiente, la regione Puglia non è presente: in quell'occasione, non avete nominato un suo tecnico. Quindi, la nostra regione non ha avuto alcun rappresentante che potesse difendere gli interessi territoriali di fronte agli interessi petroliferi.
Signor sottosegretario, quando inizierà l'estrazione di petrolio, si verificherà – perché già è accaduto in Abruzzo e altrove – l'azzeramento dell'attività della marineria, e la zona di cui stiamo parlando vive di pesca.
Di fronte alla presenza di piattaforme petrolifere – come riportano i dati pubblicati su tutte le riviste specializzate – vi è un'alta incidenza di incidenti, anche gravi, e di sversamenti di idrocarburi. Voglio ricordarle, non da parlamentare, ma da medico, che gli idrocarburi sono cancerogeni, che entrano nel ciclo alimentare e che possono inquinare le coste, arrecando, quindi, molti danni. Oggi, quel gioco non vale la candela: per qualche decina di posti di lavoro in più, rischiamo, invece, di perdere un indotto di migliaia di posti di lavoro: sfido, infatti, a trovare chi verrebbe sulle nostre spiagge, se di fronte si vedesse la fiamma di una piattaforma petrolifera.
È una questione di modello di sviluppo che volete proporre. Non volete un modello di economia che si basi sulle energie rinnovabili, sulla green economy e sull'economia pulita. Volete un'economia dei petrolieri, un'economia del nucleare, volete ancora tentare, come se nulla stesse accadendo, in un'area – quella dell'Adriatico – che, insieme al Mediterraneo, risulta essere il mare più inquinato al mondo di idrocarburi. Il 10 per cento dell'inquinamento da idrocarburi è dovuto a piattaforme estrattive. Perché farlo in quell'area? Perché continuare a stressare una regione già stressata?
Mi rivolgo al Ministro Prestigiacomo il cui papà, tra l'altro, detiene azioni societarie in società petrolifere: parliamo, quindi, anche di un interessante conflitto di interessi, e ci auguriamo che tutto si svolga in buona fede e che venga rispettato l'interesse del territorio.
È noto da tempo che, nell'area che si trova dalla parte dell'Adriatico, vi sono residuati bellici. Siamo ancora alle prospezioni sismiche, ma se domani vi saranno le trivellazioni, valutate che, in quell'area, sono seppelliti residuati bellici della Seconda guerra mondiale e bombe all'iprite, che non sono state estratte dai fondali marini; che nelle aree dell'Adriatico sono state fatte affondare navi contenenti rifiuti radioattivi – come pubblicato da giornali autorevoli come La Stampa – e che nell'area dell'Adriatico, durante la guerra del Kosovo, sono stati riversati in mare proiettili all'uranio impoverito. Si valuti tutto ciò quando si fanno scelte di questo tipo.
Le ho raccontato quello che è il sentimento dei pugliesi, il sentimento di un territorio che non vuole essere più sfruttato e che vuole innanzitutto salvaguardare
 – Pag. 84 – la propria salute, l'integrità dei propri cittadini, del proprio territorio e delle proprie bellezze, perché per noi il petrolio non è quello che si estrae dall'Adriatico – che, tra le altre cose, è di pessima qualità – ma il nostro petrolio sono le nostre ricchezze archeologiche, gli ulivi, la sabbia, il vento, il mare e il sole.
Signor sottosegretario, sabato 23 saremo nelle strade di Monopoli, che è la città maggiormente interessata da questo provvedimento; saremo in piazza anche con il sindaco, che ha lo stesso colore del suo Governo, a protestare contro le scelte di questo Governo che vuole uccidere le bellezze del nostro territorio e della Puglia.