Lettera al Sindaco e alla città tutta
Rifondazione Comunista scrive al Sindaco di Monopoli e alla cittadinanzatutta sul tema dell'intollerenza e dei valori improntati alla solidarietà tradizionalmente espressi dalla nostra Città.
Egregio Sindaco,
vorremmo ringraziarla per aver condannato, pubblicamente e senza distinguo, l’azione di coloro che hanno imbrattato con segni neo-nazisti la saracinesca di Rifondazione Comunista e i muri della nostra città. Ha ragione, le segreterie dei partiti sono uno dei simboli delle libertà democratiche di un Paese, e solo l’idea di intimorirle rischia di creare pericolose dinamiche.
Non vorremmo, però, si diffonda un’idea sbagliata delle nostre intenzioni; il nostro fine è costruttivo, e vuole invitare la parte sana della città (la sua stragrande maggioranza) a riflettere su quanto sta accadendo su questo fronte, e su come l’antifascismo sia un tema (purtroppo) ritornato di prepotente attualità, e nient’affatto da sminuire. Se fenomeni di intolleranza riempiono ormai quotidianamente i giornali nazionali, anche la nostra splendida città (sebbene in maniera fortunatamente meno grave) non ne è esente. E’ da ultima l’aggressione con un fumogeno ai danni di un venditore ambulante senegalese che dormiva nei pressi della propria bancarella, nei giorni della celebrazione della festa della Madonna della Madia; tale episodio, frettolosamente bollato come una “bravata”, non va liquidato con tanta facilità perché s’inserisce in un sistema di piccoli segnali che vorremmo disinnescare nel più rapido tempo possibile attraverso, però, un’indispensabile azione collettiva. Per capire quali segnali, sarebbe stato sufficiente alzare gli occhi e guardare i muri, con (al momento dell'aggressione) ancore impresse le volgari e intolleranti scritte contro rumeni e albanesi. Scritte presenti anche in altre parti della città.
Nel suo passato Monopoli si è sempre contraddistinta per aver dato segnali di coraggio e di accoglienza; il suo essere naturale punto di riferimento per i traffici del mare ne ha fatto una città aperta all’altro e agli altri popoli. Con coraggio e determinazione ha affrontato lo sbarco degli albanesi nel 1991 e nel 1997, e tuttora ospita sul suo territorio laboriosi emigrati, occupati nel settore dell’agricoltura e della collaborazione domestica e non solo: comunità di popoli la conoscenza dei quali va approfondita, incoraggiata attraverso gesti semplici e non ridotta al solo scambio lavoristico.
Per questo, signor Sindaco, chiediamo a Lei e ai nostri concittadini, ai mezzi di comunicazione, ai partiti politici e all’associazionismo, di far risaltare e condannare tutti quei gesti che, in un modo o nell’altro, consapevolmente o inconsapevolmente, cercano di fare di Monopoli una città chiusa, razzista e isolata.
Non possiamo quindi non sottolineare come la nostra splendida Madonna extracomunitaria (di origine bizantina, cioè turca) sia sbarcata a Monopoli circondata da gente festante, da turisti incuriositi, e da scritte offensive nei confronti di popoli dell’Est e mentre si premeditavano atti vandalici mettendo in pericolo la vita di gente che lavora onestamente e che proviene da altri luoghi.
Rifondazione sarà sempre disponibile al confronto, alla solidarietà e all’impegno sociale verso ogni sorta di aggressione ai valori civili della nostra collettività. La ringraziamo ancora per il suo davvero importante gesto di condanna (peraltro quasi isolato), che dimostra attenzione sul tema.